Martirologio Romano: “A Roma nel cimitero di Callisto sulla via Appia, san Milziade, papa: originario dell’Africa, sperimentò la pace resa alla Chiesa dall’imperatore Costantino e, sebbene fortemente osteggiato dai donatisti, si adoperò saggiamente per la riconciliazione”.

“Milziade fu il primo papa che poté finalmente costatare come la Chiesa non solo fosse tollerata, ma anche fatta segno del benevolo favore dell’impero romano” ha scritto John Kelly. Appena fu eletto (2 luglio 311), l’imperatore Massenzio ordinò la restituzione del patrimonio ecclesiastico, compresi terreni ed edifici confiscati all’inizio della persecuzione di Diocleziano. Milziade mandò i suoi diaconi, muniti del rescritto imperiale, presso il prefetto della città per reclamare la formale restituzione dei beni. Il 13 aprile 312 per la prima volta si poté celebrare la pasqua in piena libertà. Costantino avrebbe donato al papa il palazzo dell’imperatrice Fausta sul monte Celio – il Laterano – che sarebbe diventato residenza papale.



Sarebbe ora toccato a Milziade il problema dei rapporti con il donatismo. Si tratta di uno scisma nella Chiesa africana. Il donatismo, che prende nome da Donato di Cartagine (primo vero capo e animatore), durò dalla fine della persecuzione di Diocleziano fino all’invasione musulmana. Si originò da dissensi tra fedeli di Cartagine all’inizio del III secolo e fu caratterizzato dalla ripresa o continuazione di posizioni dottrinali e pratiche già tradizionali nella Chiesa ma poi abbandonate, come l’invalidità dei sacramenti se amministrati da sacerdoti indegni. Il donatismo spinse la Chiesa a ribadire l’efficacia dei sacramenti e a formulare più chiaramente la distinzione tra eresia e scisma, nonché a regolare la posizione dei non ortodossi nello stato cristiano.



Il partito rigorista donatista dell’Africa settentrionale si era opposto al vescovo Ceciliano di Cartagine perché uno dei suoi consacranti era stato un traditor – cioè aveva consegnato libri sacri ai persecutori – ed aveva eletto un antivescovo, Maggiorino, presto sostituito da Donato. I dissidenti si rivolsero a Costantino che affidò il problema a Milziade. Milziade indisse un regolare sinodo ecclesiastico. “L’assemblea sinodale, per vanificare lo scisma sul nascere e offrire una soluzione accettabile, cercava di isolare Donato, il personaggio più pericoloso, offrendo una riconciliazione compromissoria a tutti gli altri vescovi dissidenti e sostenitori di Donato, anche a quelli consacrati da Maiorino, l’iniziatore della disputa. Fu stabilito che in tutte le sedi dove già fossero presenti due vescovi, un cattolico e un donatista, il più anziano restasse in quella sede, mentre all’altro fosse assegnata un’altra comunità da governare, ma che dal provvedimento fosse escluso Donato” (Angelo Di Berardino, Enciclopedia dei Papi). Il 3 ottobre 313 il sinodo emise il suo verdetto in favore di Ceciliano dichiarandolo il legittimo vescovo di Cartagine e scomunicando Donato.



Milziade morì il 10 gennaio 314 e fu sepolto nel cimitero di Callisto. La memoria liturgica si celebra il 10 gennaio.

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