La scienza non smette mai di stupirci. Un recente esperimento condotto sulle alpi svizzere riguarda la possibilità di deviare i fulmini dei temporali tramite l’utilizzo di un laser. La scoperta assume ancora più importanza se pensiamo che questo metodo potrebbe essere utilizzato per proteggere infrastrutture ‘sensibili’ quali, ad esempio, centrali elettriche, aeroporti e basi di lancio.



Fino ad oggi lo studio era stato condotto solo all’interno degli ambienti controllati dei laboratori. Ora invece, come pubblicato sulla rivista scientifica ‘Nature Photonics’, per la prima volta l’esperimento è stato realizzato in natura con successo. Il potente laser proiettato verso il cielo sarebbe riuscito a far rimbalzare il fulmine funzionando come una sorta di parafulmine.



La scoperta rappresenta sicuramente un passo in avanti se pensiamo che l’unico parafulmine noto era rappresentato dalla classica ‘asta metallica di Franklin’, attraverso cui le scariche elettriche dei temporali vengono intercettate e allontanate in sicurezza a terra.

Come funziona il laser scoperto dai ricercatori di Ginevra

I ricercatori del progetto Laser Lightning Rod, guidati da Jean-Pierre Wolf dell’Università di Ginevra, hanno dato un contributo innovativo nello studio dei fulmini. Il laser progettato è in grado di proiettare un intenso fascio di luce nel cielo ionizzando l’aria e creando dei canali ad alta conducibilità elettrica che funzionerebbero come “corsie preferenziali” per i fulmini. In pratica, il processo fisico generato, sarebbe dato dall’induzione di ossigeno e azoto a rilasciare nell’atmosfera elettroni liberi di muoversi.



La zona dove è stato condotto l’esperimento era particolarmente propizia a prestarsi alla messa in atto del laser. Infatti qui, sul monte svizzero Santis, arrivano ogni anno ben 100 fulmini. Le occasioni per poter ripetere, se del caso, l’esperimento non mancavano quindi.

Rimasto in azione 6 ore durante i temporali nell’estate 2021, il laser fissato sulla montagna ha deviato 4 fulmini, e una telecamera ha ripreso l’evento seguendo la deviazione della scarica elettrica lungo il fascio di luce per 50 metri.