Nel giorno in cui l’Italia strappa l’accordo sul Recovery Fund, Gianluigi Paragone, ex dissidente del Movimento 5 Stelle, lancia il suo nuovo partito. Obiettivo, portare la nostra penisola fuori dalla zona euro, ed è per questo che è volato a Londra per incontrare Nigel Farage, leader della Brexit. Ma il vis-a-vis con il britannico è giunto casualmente nello stesso momento in cui veniva raggiunta l’intesa presso il Consiglio Ue: “Avevo programmato quell’incontro da giorni – si “giustifica” Paragone parlando con Repubblica – non potevo immaginare l’esito delle trattative europee”. Sul nome del prossimo partito l’ex senatore del M5s non si sbilancia: “Italexit? No no, è un segreto, lo scoprirete giovedì”. Bocca cucita anche sul simbolo: “Non dico nulla. Tutto quello che è circolato finora era finalizzato al merchandising. Dovrò pure autofinanziarmi in qualche modo”. Sul Recovery Fund Paragone esterna il suo scetticismo, giusto per dire un eufemismo, già mostrato negli ultimi video pubblicati sulla sua pagina Facebook: “E lei crede che questi soldi andranno agli italiani? Il danaro sarà girato alle banche, i cittadini non vedranno un centesimo. Quello di stanotte è il miglior accordo possibile solo per tenere in vita l’inganno europeo”.



PARAGONE: “IL CITTADINO EUROPEO NON ESISTE”

Il cittadino europeo non esiste – ha proseguito nella propria disamina – l’Europa è solo una somma di personalismi dei vari Stati. Tanto tra un po’ crolla tutto“. A quel punto il giornalista chiede lumi e lui aggiunge: “Stanno smontando l’intelaiatura finanziaria degli Stati membri per costruire un grande Boh! Guardi, è come se l’Europa avesse detto a un assetato: ti dò una bottiglia d’acqua, però attento, per bere devi metterti in posizione supina con le mani dietro la schiena”. Tornando al suo partito, il collega di Repubblica domanda se c’era così tanto bisogno di un nuovo partito sovranista: “Non c’è nessun partito in Italia che dice esplicitamente di voler uscire dall’Ue e dall’unione monetaria. Penso a costruire una comunità di gente che ha sempre pensato queste cose, ma che non si sente rappresentata”. E sul possibile consenso Paragone non si sbilancia: “Il consenso crescerà di pari passo con le balle che l’Europa ci racconterà”.



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