L’amministrazione Usa di Joe Biden sta proseguendo il suo programma relativo alla costruzione di un immenso parco eolico lungo (quasi) l’intera costa degli Stati Uniti, per la precisione saranno 7 parchi distribuiti su entrambe le coste Est-Ovest. Si tratta del cosiddetto eolico offshore, in quanto l’impianto viene installato direttamente al largo, lontano dalla terraferma. Storce però il naso, interpellato dai microfoni del New York Times, Dan Reicher, ex assistente segretario al Dipartimento dell’Energia nell’amministrazione di Bill Clinton, ora consigliere di Magellan Wind, che sviluppa progetti con turbine galleggianti offshore. “Questo è un grosso problema. Sono nel settore eolico da molto tempo, è una ripetizione di ciò che abbiamo fatto un paio di decenni fa quando abbiamo intensificato l’eolico ‘onshore’, quando è passato dall’essere una piccola fonte di energia di nicchia ad essere una fonte di energia tradizionale e conveniente”.
Secondo quanto scrive il quotidiano della grande mela, non vi è alcuna certezza circa il fatto che le aziende affittino degli spazi nelle acque federali, costruendo dei parchi eolici. “Una volta identificate le aree offshore – si legge sul New York Times a riguardo – saranno soggette a lunghe revisioni federali, statali e locali. Se i potenziali siti potrebbero danneggiare specie in via di estinzione, entrare in conflitto con attività militari, danneggiare siti archeologici sottomarini o danneggiare industrie locali come il turismo, il governo federale potrebbe ritenerli inadatti al noleggio”.
BIDEN E L’EOLICO OFFSHORE, LA LEFTON: “STIAMO LAVORANDO PER CREARE FIDUCIA”
C’è poi da fare i conti con i gruppi di pescatori commerciali e i proprietari terrieri costieri, che già in passato hanno cercato di contrastare la costruzione di parchi eolici offshore. Inoltre, anche le compagnie di combustibili fossili potrebbero aver da ridire contro lo sviluppo dell’energia eolica, una minaccia per il loro business.
Anne Hawkins, direttore esecutivo della Responsible Offshore Development Alliance, coalizione di gruppi di pescatori, ha commentato: “Fare questi annunci e farli in modi che sono molto politici, senza guardare cosa significa, in quale area, quando ancora non sappiamo quali saranno gli effetti di questi progetti è davvero problematico. In un mondo ideale, quando dai il benvenuto a una nuova industria, lo fai in fasi, non tutte in una volta”. Amanda Lefton, direttore del Bureau of Ocean Energy Management del Dipartimento degli Interni, ha replicato: “Stiamo lavorando per facilitare una serie di progetti che creeranno fiducia per l’industria eolica offshore. Allo stesso tempo, vogliamo ridurre il più possibile i potenziali conflitti, rispettando l’obiettivo dell’amministrazione di distribuire 30 gigawatt di energia eolica offshore entro il 2030”.