Il più grande parco eolico al mondo. E’ stato individuato al largo delle coste del Regno Unito, in un tratto di mare profondo solo una sessantina di metri, un banco sabbioso tra Germania, Olanda e Inghilterra. Qui è previsto si sviluppi il progetto  denominato Dogger Bank che prevede l’installazione di “190 turbine di ultima generazione da 13 MW ciascuna a una distanza di oltre 130 km dalle coste britanniche, per una potenza complessiva di 2,4 GW”, che serviranno a garantire il 5 per cento della domanda di elettricità del Regno Unito, circa sei milioni di famiglie, con energia rinnovabile. La notizia che interessa noi italiani è che Eni fa parte del progetto attraverso l’acquisizione del 20 per cento da Equinor e SSE Renewables, entrando così a pieno titolo “nel mercato dell’eolico offshore del Nord Europa”.



MERCATO DELL’EOLICO OFFSHORE

Uno dei più “promettenti e stabili al mondo”, assicura l’azienda in un comunicato: “Una grande occasione che ci consentirà non solo di acquisire ulteriori skills nell’offshore wind, grazie alla collaborazione con due aziende leader del settore, ma anche di contribuire in modo sostanziale al raggiungimento del target di 5 GW di potenza installata da rinnovabili al 2025, tappa intermedia per il più ambizioso obiettivo relativo all’azzeramento delle emissioni nette di gas serra sia dirette sia indirette in Europa al 2050”, ha commentato l’ad di Eni, Claudio Descalzi. Eni parteciperà alle prime due fasi con un investimento complessivo che dovrebbe essere di sei miliardi di sterline. La prima fase del progetto, si legge nel comunicato dell’azienda italiana, sarà ultimata entro il 2023, mentre la seconda “entro la fine del 2024”. A sviluppare il progetto è una joint venture tra SSE Renewables ed Equinor, aziende leader nel settore delle rinnovabili. Eni si conferma una delle massime imprese nel campo dell’energia, non solo petrolifera a cui è stata associata da sempre, ma adesso anche in quella verde e sostenibile.

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