Un’inchiesta penale e una procedura canonica: è questo il bilancio della messa di Pasqua per la parrocchia di Saint-Eugène Sainte-Cécile. Il caso è scoppiato cinque giorni dopo la Veglia di Pasqua, quando sono circolate le immagini di molti fedeli, perlopiù anziani, in chiesa senza mascherine e distanze. Il parroco Marc Guelfucci e il suo curato padre Gabriel Grodziski sono stati arrestati con l’accusa di aver deliberatamente messo in pericolo la vita altrui, perché non indossavano mascherine, né hanno rispettato e fatto rispettare le norme anti Covid. I due religiosi sono stati rilasciati il giorno stesso, ma intanto l’indagine continua. «Siamo stati vittime del nostro successo. Non ci aspettavamo una partecipazione così eccezionale per la Pasqua, anche se abbiamo moltiplicato le messe con cinque servizi la domenica», la spiegazione data dal prete, come riportato da Le Parisien.



Non ritenuta sufficiente, a fronte delle reazioni di sconcerto sui social. Sulla vicenda è intervenuto anche il governo francese, con una ferma condanna, e così pure la diocesi di Parigi. Dunque, ora i due religiosi devono rispondere della giustizia terrena.

PARIGI, PRETI ARRESTATI DOPO MESSA PASQUA

A prescindere dall’esito dell’inchiesta penale, i due preti rischiano di non poter celebrare messe per un determinato periodo di tempo, secondo quanto riportato da Le Parisien. Monsignor Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi, ha aperto infatti una procedura canonica contro il parroco di Saint-Eugène-Sainte-Cécile, nel IX arrondissement. Per la cronaca, la chiesa ha una capienza di 600 posti in circostanze normali, ma in occasione della messa di Pasqua c’erano 280 persone. Un parrocchiano, debitamente mascherato e rimasto anonimo, ha raccontato che non si tratta del primo episodio controverso. Aveva inviato una mail alla diocesi di Parigi già il 12 gennaio segnalando la situazione. Gli avevano risposto che il messaggio era stato preso in considerazione, ma in realtà nessuna azione è stata intrapresa, visto quanto accaduto tre mesi dopo.



In attesa che la procedura canonica termini, in parallelo all’inchiesta penale, è stato chiesto ai religiosi di diffondere le prescrizioni anti Covid ai fedeli in chiesa.

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