Parigi incoraggerà 600 famiglie nell’eco-distretto di Saint-Vincent-de-Paul, attualmente in costruzione, a riciclare la propria urina. La città ha affidato questo progetto allo sviluppatore Paris & Métropole Aménagement (PMA) per recuperare e filtrare il liquido che verrà utilizzato come fertilizzante. Louise Raguet, progettista e specialista in servizi igienico-sanitari ecologici per la PMA, spiega che servirà per irrigare i giardini, i vivai e i prati della Capitale francese. L’urina è infatti un fertilizzante naturale al 100%, molto ricco di sostanze nutritive per le piante, come ricorda Le Figaro. L’eco-distretto di 3,4 ettari mira ad essere “zero emissioni di carbonio, zero rifiuti, zero scarichi”. Nel programma, 600 unità abitative a basso consumo, in edifici con tetti verdi, irrigati dall’acqua piovana, emergeranno tra il 2026 e il 2028.



Nel quartiere di Parigi, nelle toilette ci sarà un’attrezzatura speciale di produzione svizzera, chiamata “Separatore dell’urina”: il suo costo si aggira attorno ai 1.000 euro. Quasi 1.000 servizi igienici saranno distribuiti in tutto il territorio. Il water ha una rientranza per guidare l’urina lungo una parete fino a una piccola fessura. Il materiale fecale viene evacuato tramite una rete a doppia tubazione verso le fognature. Ogni giorno, 2.000 litri di questa urina verranno inviati a una sorta di stazione di trattamento installata in uno degli edifici al centro del quartiere per essere filtrati, distillati e conservati in serbatoi ermetici. “Non ci sarà alcun odore”, assicura Julie Ginesty, responsabile della città sostenibile presso PMA. E le mestruazioni, che apportano ferro alle piante, non rappresentano un problema.



Urina come fertilizzante a Parigi: gli uomini dovranno utilizzare il bagno seduti

“All’inizio siamo rimasti un po’ sorpresi quando, a dicembre, il proprietario ci ha regalato i servizi igienici” racconta a Le Figaro Laure, una delle future inquiline scelte per il progetto di edilizia partecipativa in uno dei centri sociali edifici nel parco. Uno dei vincoli principali riguarda gli uomini, che dovranno urinare seduti in modo che il liquido scorra bene lungo la parete: saranno vietati i prodotti domestici aggressivi. “Dimenticare la candeggina non è così facile”, scherza Laura. Ma “il progetto non sarà messo a repentaglio se ci saranno inquilini refrattari”, rassicura Louise Raguet.



Gli scienziati si occupano del tema del recupero dell’urina da più di dieci anni. “Fino all’inizio del XX secolo”, continua la specialista, “c’erano iniziative di recupero dell’urina intorno a Parigi. Era diretto a diffonderla nei campi”. Si tratta di un progetto pilota che ovviamente deve dimostrarsi valido: la città punta sulla motivazione dei suoi residenti, sperando che le persone che hanno acquistato appartamenti in questo quartiere o sono state scelte come inquilini, soprattutto in base alla loro eco-consapevolezza, “non siano arrivate lì per caso”. Laure, ad esempio, è eccitata all’idea “di essere un attore nel proprio quartiere, di vivere bene insieme, di essere vigili sulle questioni climatiche”. Verrà inviato anche un amministratore di quartiere per vigilare sulla situazione e incitare i residenti.