A Parigi sono stati vietati i droni per il rispetto delle regole di confinamento in epoca di Coronavirus: si legge su Agi, ed è quanto ha stabilito il Consiglio di Stato francese che ha ordinato l’immediata interruzione, “senza indugio”, dell’utilizzo di questi dispositivi. Il problema risiede ovviamente nella manifesta violazione della privacy, perché sappiamo bene che i droni devono mantenere alcune misure restrittive perché possano volare in cielo; non essendoci un quadro giuridico che riguardi nello specifico i dispositivi, il Consiglio di Stato non ha potuto fare altro che vietarli. “Caratterizza una violazione grave e manifestamente illegale del diritto al rispetto della privacy” ha detto la massima giurisdizione amministrativa francese, che ha anche posto l’accento sui rischi di utilizzo che sono contrari alle norme sulla protezione dei dati personali.
PARIGI, VIETATO USO DEI DRONI PER CONTROLLI DA CORONAVIRUS
La mozione per il divieto dei droni era stata avanzata dalla Lega per i diritti dell’uomo (Ldh) e dall’associazione per la difesa dei diritti e delle libertà relative a Internet, La Quadrature du Net, e l’appello è stato accolto; il ministero dell’Interno e la Prefettura di Parigi hanno spiegato quale sia la funzione dei droni nel controllo delle misure restrittive da Coronavirus, dicendo che l’obiettivo è quello di rintracciare assembramenti vietati e dispiegare forze dell’ordine per disperderli. Il giudice amministrativo ha riconosciuto come questo fine sia sicuramente utile, ma ha anche aggiunto che i droni sono in grado di identificare le persone filmate: visto che questo lede la privacy dei privati cittadini, la decisione del Consiglio di Stato non ha potuto che indirizzarsi verso il divieto, per evitare i rischi di un uso improprio dei dispositivi.
Ad ogni modo, i droni possono comunque avere una loro utilità come visto; per questo motivo verrà richiesto un decreto che ne regoli l’uso e che sarà eventualmente adottato dopo il parere della Commissione Nazionale per la Protezione dei Dati (Cnil). Al massimo, si legge su Agi, i droni verranno equipaggiati con dei dispositivi tecnici che, utilizzati dalla polizia di Parigi, rendano impossibile l’identificazione delle persone. Intanto è arrivata la soddisfatta replica della Ldh per bocca dell’avvocato Patrice Spinosi, che ha detto che “non c’è alcun motivo di pensare che questa decisione non si applichi a tutto il territorio francese”, e ha parlato del Consiglio di Stato in maniera elogiativa per la sua volontà di “dimostrare il suo attaccamento alle libertà fondamentali”.