L’Eige è l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere all’interno del quale sono presenti tutte le rappresentanze e gli organismi degli Stati Ue e collabora sia con la Commissione che con il Consiglio per la programmazione e il monitoraggio delle politiche attive per realizzare le pari opportunità. In un recente incontro informale i ministri europei competenti hanno condiviso una visione di come potrebbe essere l’uguaglianza di genere nel 2030, se ci mettessimo già in cammino. Con la forte corrente di tendenze come la digitalizzazione, la natura mutevole del lavoro e il cambiamento climatico che impattano sul futuro della parità di genere, i percorsi scelti ora daranno forma e rafforzeranno il nostro prossimo futuro.



Si tratta di lavorare a una partecipazione paritaria tra donne e uomini nel mercato del lavoro, non a un altro decennio di stagnazione, che è il punto in cui ci troviamo ora, secondo i nostri ultimi risultati dell’indice di uguaglianza di genere. Entro il 2030 l’impegno è che tutti possano avere  la stessa retribuzione per un lavoro di pari valore e perché la violenza contro le donne e la violenza domestica  possano essere debellate. Grazie a un ampio sforzo di sensibilizzazione e a un solido sostegno legislativo.



A partire dal Trattato di Roma del 1957 che stabiliva la parità di retribuzione tra donne e uomini fino a dove siamo ora con la parità di genere 2020-2025 c’è stato un costante track record di progressi, ma sappiamo bene quanto tempo ci è voluto per raggiungere questi traguardi. Il 6 febbraio è stato raggiunto un accordo provvisorio sulla Direttiva sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. In un’Europa che si trova di fronte a disuguaglianze sempre più ampie.

La digitalizzazione sta trasformando il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo. Offre opportunità di progresso senza precedenti, ma esistono rischi e minacce, il cui onere ricade in modo sproporzionato sulle donne. Le quali affrontano un aumento delle molestie online, che minacciano la loro sicurezza e il loro benessere mentale. Il lavoro dell’Eige sulla violenza online contro le donne e le ragazze non fa che confermare questo fenomeno in crescita, che può benissimo iniziare online e continuare offline.



La digitalizzazione offre una vasta gamma di opportunità sul posto di lavoro, ma può anche ostacolare le opportunità per le donne quando algoritmi distorti utilizzati per le procedure delle risorse umane, come le assunzioni, rafforzano gli stereotipi, ostacolando l’avanzamento di carriera e l’indipendenza finanziaria.

A maggio l’Eige pubblicherà uno  studio che esaminerà la sezione trasversale tra indipendenza finanziaria e parità di genere. Tra le coppie, il 21% delle donne non ha un’occupazione e il partner è il solo percettore di reddito in famiglia, mentre solo il 6% degli uomini si trova in un’analoga situazione. Ciò ha un impatto significativo sul modo in cui le donne e gli uomini prendono decisioni in materia di ricchezza. E, naturalmente, anche le norme e gli stereotipi di genere giocano un ruolo enorme.

Più opportunità per le donne e gli uomini nel mercato del lavoro, avendo accesso al reddito individuale e alla generazione di ricchezza, significa che ogni persona abbia la propria capacità di decidere come accedere e gestire il reddito e la ricchezza nel proprio ciclo di vita.

La gig economy, pur offrendo flessibilità, spesso non ha le tutele e i benefici del lavoro tradizionale, imponendo un onere sproporzionato alle donne che possono anche assumersi la maggior parte del lavoro di cura non retribuito. Per mantenere la promessa di servizi di assistenza di alta qualità, a prezzi abbordabili e accessibili, abbiamo bisogno di investimenti diretti nelle infrastrutture di assistenza a livello nazionale e dell’Ue. E questi investimenti devono allinearsi e collegarsi agli obiettivi di uguaglianza di genere nell’assistenza. Tematiche per l’Italia molto impegnative che continueremo a seguire.

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