Gabriele, un uomo di 66 anni, si è sottoposto ad una nuova cura contro il Parkinson che utilizza un pacemaker che stimola determinate aree del cervello che controllano i movimenti del paziente e bloccano quei segnali che provocano i sintomi motori disabilitanti tipici della malattia, in primis il tremolio delle mani. È la prima volta, come riportato da Il Resto del Carlino, che questa operazione viene attuata in Italia ed anche in Europa ci sono pochi casi.
A spiegare il funzionamento del meccanismo è stato Alfredo Conti, neurochirurgo dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico dell’ospedale Bellaria di Bologna, che ha messo a punto l’impianto. “Due elettrodi devono essere posizionati con estrema precisione in una zona profonda del cervello. Essi sono collegati ad un pacemaker che attiva la stimolazione. Con questa nuova tecnologia abbiamo la possibilità di avere un feedback, quindi di registrare l’attività motoria del paziente a livello quasi molecolare e ottenere una stimolazione in risposta alle esigenze del paziente”. Il dispositivo è a lunga durata e può essere ricaricato autonomamente dalla persona che lo ha in corpo tramite bluetooth.
Parkinson, la cura con un pacemaker che stimola il cervello: l’impianto a Bologna
I pazienti che possono usufruire della cura del Parkinson con il pacemaker che stimola il cervello sono purtroppo di numero ridotto. Di quelli registrati all’ospedale Bellaria di Bologna, solo il 5% è compatibile. “Normalmente vengon scelte persone abbastanza giovani, cognitivamente integre, con uno stadio di malattia non estremamente avanzato e che possa essere controllata coi farmaci. La stimolazione consente non solo di ridurre del 50% i sintomi, ma della stessa percentuale la somministrazione dei medicinali e dunque i gravi effetti collaterali correlati”.
È proprio in questa categoria che rientra Gabriele, il sessantaseienne che si è sottoposto all’impianto per primo in Italia. “Sono tornato a vivere. Da lunedì tornerò in palestra, in piscina, farò ginnastica. Tutto quello che facevo prima. Non l’ho fatto solo per me, ma anche per la mia famiglia, per cercare di non essere di peso in futuro. Sogno di riuscire a fare la traversata dello Stretto di Messina a nuoto”, ha affermato.