La diagnosi precoce del morbo di Parkinson è una sfida ancora aperta per i medici specialisti in neurologia di tutto il mondo, attualmente infatti la maggiore corrispondenza può essere trovata grazie allo studio dei sintomi considerati “campanelli d’allarme” della malattia. Ma recentemente alcuni studi stanno rivoluzionando molte teorie tradizionali, secondo le quali, la comparsa solo di segni particolari quali tremori e difficoltà di movimento siano associati particolarmente allo sviluppo del morbo. Da alcune ricerche fatte sui pazienti, è emerso che in realtà è possibile diagnosticare molti anni prima la comparsa del Parkinson, grazie all’analisi di altri sintomi che prima venivano sottovalutati.



Il professore di neuroscienze dell’Università del Lussemburgo Rejko Krüger, sta lavorando al progetto da diversi anni e ha spiegato al settimanale Der Spiegel che “In futuro sarà possibile prevedere il rischio di Parkinson, e anticipare le cure anche di parecchi anni, grazie alla diagnosi basata su sintomi considerati ‘secondari’, che però hanno una grande incidenza nella maggior parte dei pazienti“, questo perchè come sottolinea il neurologo “Quando compaiono tremori, è già tardi per rallentare lo sviluppo del morbo“. Bisogna quindi agire con largo anticipo.



Parkinson, ecco i sintomi precoci da considerare “campanelli d’allarme”

Identificare i pazienti ad alto rischio Parkinson sarà l’obiettivo primario del futuro per contrastare lo sviluppo di problemi più gravi dovuti alla malattia. Con lo studio sui “campanelli d’allarme” si potrà diagnosticare tempestivamente il morbo e rallentarle l’evoluzione neurodegenerativa. I sintomi che gli scienziati attraverso gli ultimi studi, hanno dimostrato come correlati alla comparsa del Parkinson sono soprattutto legati a disturbi del sonno, spossatezza e stitichezza cronica. Questi possono comparire già nelle prime fasi, e spesso vengono trascurati, ma come afferma il neurologo Lars Timmermann, “non devono essere sottovalutati i segni non motori, come stanchezza estrema e sonnolenza improvvisa“.



Così come potrebbe essere campanello d’allarme la comparsa di disfunzioni nell’olfatto che potrebbe essere uno tra i primi sintomi neurologici del Parkinson. Aggiunge il professore che “L’importanza della prevenzione si basa sul non trascurare alcun sintomo, anche quello che sembra banale o legato all’età, perchè potrebbe permettere ai medici di intervenire con cure preventive che potrebbero rallentare lo sviluppo del morbo in forma più grave, anticipando la diagnosi anche di 5 o 6 anni“.