Dopo la vittoria del Sì al Referendum sul taglio dei parlamentari, la Lega passa al contrattacco e chiede il voto. Per il Carroccio il Parlamento attuale non può votare nel 2022 il nuovo Presidente della Repubblica. Alcune anime dell’opposizione stanno dunque evidenziando questo cortocircuito, nello specifico a sottolineare la “stortura” sono Riccardo Molinari e l’ex ministro Edoardo Rixi. «Secondo me i grillini hanno chiesto il voto “Sì” per avere istituzioni più efficienti con un Parlamento di 600 componenti, il popolo italiano lo ha confermato nel referendum e la logica conseguenza è che si vada subito al voto per sperimentare le nuove istituzioni scelte dal popolo italiano», ha dichiarato ai microfoni dell’Agi il capogruppo della Lega a Montecitorio. Molinari poi ha spiegato che non avrebbe senso da parte dei «promotori della riforma» che restino altri tre anni in un Parlamento che «non è in linea con la Costituzione». E risulta ancor peggiore lo scenario in cui questo Parlamento, «non in linea con la Costituzione e la volontà popolare, possa eleggere il prossimo presidente della Repubblica».



LEGA A M5S DOPO VITTORIA SÌ AL REFERENDUM: “FATE CADERE GOVERNO”

Riccardo Molinari comincia a incalzare il Governo dopo la vittoria del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari. «A questo punto si facciano le riforme, si vada al voto prima di eleggere il capo dello Stato». Il deputato della Lega ha poi lanciato un appello al MoVimento 5 Stelle: «Ha i numeri, facciano cadere il governo, si vada a votare, si proceda con un nuovo Parlamento per l’elezione del capo dello Stato». Alle sue dichiarazioni si sono aggiunte quelle del compagno di partito, l’ex ministro Edoardo Rixi: «Se come sembra siamo di fronte all’affermazione del Sì al referendum il dato che appare chiaro è che l’attuale Parlamento non può votare il presidente della Repubblica». I risultati non sono ancora definitivi, la vittoria del Sì al referendum però è netta, quindi la Lega è già in pressing, in particolare sugli ex alleati di governo. «La riforma prevede che ci siano 600 parlamentari, non gli attuali 945, un collegio di voti decisamente diverso», ha concluso Rixi, come riportato da Il Giornale.

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