Dopo le assemblee parlamentari del pomeriggio, non si sciolgono del tutto le “riserve” dei partiti sulla maggioranza a favore di Mario Draghi: i numeri in Parlamento restano il vero nodo politico delle prossime consultazioni date in partenza domani alla Camera con il Presidente del Consiglio incaricato. YouTrend assieme a “Cattaneo Zanetto & Co.” ha prodotto i diversi scenari per la Camera e il Senato rispetto alle due principali opzioni in campo: M5s con Draghi o Lega-Cdx in appoggio al Governo tecnico.



Partendo dalla Camera, se Salvini alla fine dovesse convincersi a sostenere il Governo Draghi si avrebbe facilmente la maggioranza, anche in caso di voto contrario dei grillini (spaccati al loro interno dopo l’incarico non dato a Conte). Se invece il Carroccio optasse invece per il no, allora tutto dipenderebbe dai 5 Stelle e da quanti eventualmente appoggerebbero il neo-nato Governo Draghi. Al Senato la situazione rimarrebbe comunque simile: il Sì o l’astensione della Lega permetterebbero all’ex BCE di avere la maggioranza. Un no netto di Salvini lascerebbe invece Draghi sostanzialmente in mano a quanto decideranno i pentastellati. Qui sotto negli schemi dettagliati tutti gli scenari a Montecitorio e Palazzo Madama.



QUALE MAGGIORANZA PER IL GOVERNO DRAGHI

La vera domanda che alberga nelle segreterie di partito dopo l’incarico affidato a Mario Draghi è la seguente: il nuovo Governo tecnico pronto a nascere nei prossimi giorni, avrà o meno i numeri in Parlamento? Il dilemma è tutt’altro che “fantapolitica” ma poggia sugli scenari al momento possibili alla Camera e soprattutto al Senato: archiviato il Conte-bis (e affossato sul nascere il “Conte-ter-responsabili”), non è affatto scontato per l’ex Governatore BCE trovare la fiducia solida di entrambe le Camere, specie guardando alle principali reazioni dei partiti dopo lo “strappo” di Mattarella contro la crisi Conte-Zingaretti-Di Maio.



Dal “Governo dei migliori” di Berlusconi, fino alla volontà di andare alle urne al più presto dettato da Salvini, Meloni e Crimi, passando per la necessità di rimanere ancorati alla scelta di Mattarella sia in maniera convinta (Renzi) che “controvoglia” (Zingaretti, visto che aveva scommesso tutto sul Conte-ter). Al momento dunque, la situazione vede nel dettaglio questi posizionamenti:

– schierati con Draghi: Pd, Italia Viva-Renzi, Azione-Calenda, +Europa, Forza Italia, Cambiamo!-Toti, responsabili-Centristi

– assolutamente contrari a Draghi: Movimento 5 Stelle

– contrari ma disponibili al confronto: Lega e Fratelli d’Italia

NUMERI IN PARLAMENTO: GLI SCENARI

Il nodo resta però i numeri in Parlamento e la maggioranza che soprattutto al Senato potrebbe figurarsi attorno al Governo tecnico di Mario Draghi: in primo luogo, al Senato il blocco “sovranista” di 174 seggi al momento sarebbe contrario ad un Governo Draghi. Si tratta dei 19 FdI, 63 Lega e 92 M5s; alla Camera invece il medesimo blocco “allergico” al Governo istituzionale vede 33 con Meloni, 131 con Salvini, 191 con Crimi-Di Maio. L’incognita insomma è recuperare la fiducia di almeno parte di questa “pattuglia” contraria finora a DraghI: a guardare dalle prime reazioni, gli scenari per evitare le Elezioni potrebbero essere sostanzialmente due. In primis, il M5s si spacca e parte dei parlamentari – che già hanno lamentato la posizione di Vito Crimi sul rimanere fuori dalla partita-Draghi – seguono Renzi, Berlusconi, Pd, Calenda, Bonino e centristi nell’appoggiare il Governo tecnico. In secondo luogo, la Lega con un appoggio esterno (o una sfiducia “costruttiva”) fa vincere la linea Giorgetti che da mesi propone un Governo di unità nazionale con Draghi Premier e con l’occasione di legittimarsi politicamente anche a livello internazionale prima della probabile salita al potere nelle prossime Elezioni.

Se però entrambe queste “vie” dovessero naufragare, a quel punto Draghi molto difficilmente riuscirebbe a trovare i voti necessari per una maggioranza e sarebbe costretto a rimettere l’incarico al Colle andando verso immediate Elezioni anticipate. Molto dipenderà dunque dalle consultazioni nei prossimi giorni – le prime formali, da non escludere ovviamente colloqui informali già avvenuti nelle ultime ore – tra Draghi e i partiti, con il programma e soprattutto la squadra di Governo che l’ex Governatore Bankitalia intende presentare: se una scelta di sole figure “tecniche” o se una apertura a personalità che già hanno avuto a che fare con la politica e che possano rappresentare “capillarmente” le diverse anime dei partiti. La sfida è appena partita ed è già decisamente in salita.