Parma, chi chiede i buoni spesa dovrà avere il bollino antifascista. Anzi no: retromarcia del sindaco Federico Pizzarotti dopo le polemiche delle ultime ore. L’Emilia Romagna è tra le Regioni più colpite dall’emergenza coronavirus e l’amministrazione guidata dall’ex M5s ha deciso di dare i buoni a chi firma una dichiarazione nella quale attesta di riconoscersi nei valori della Costituzione e della democrazia, ripudiando nazismo, fascismo, xenofobia e razzismo. Dettaglio che ha sollevato polemiche da numerosi partiti, netta la posizione del Pd col capogruppo Lorenzo Lavagetto: «Lo dico da convinto antifascista, sono soldi nazionali destinati nell’emergenza ai bisognosi. La dichiarazione antifascista non c’entra niente di niente».



E dopo gli attacchi di Lega, FdI e Forza Italia, Pizzarotti ha tenuto a precisare: «E’ stato erroneamente inserito parte di un regolamento che vale per la richiesta di sale civiche, patrocini e contributi per attività ed eventi. In questa parte c’è scritto che se professi xenofobia, razzismo e nazismo non puoi beneficiare di sale civiche, contributi o patrocini dal Comune di Parma. Da noi è così e rimarrà così».



PARMA, CAOS SUI BUONI SPESA: FDI VALUTA DENUNCIA PER ABUSO D’UFFICIO

Dopo un vibrante attacco, Giorgia Meloni ha commentato così la retromarcia del primo cittadino: «Dietrofront del Sindaco di Parma. Resosi conto della pagliacciata commessa nei confronti delle famiglie in difficoltà, adesso dice che la dichiarazione antifascista “NON vale per i #buonispesa” e che si correggerà l’errore. La follia ideologica almeno per ora è stata contenuta». Ma non è finita qui, i senatori di Fratelli d’Italia Alberto Balboni e Giovanbattista Fazzolari hanno affermato di valutare una denuncia per abuso d’ufficio: «La marcia indietro del sindaco di Parma Pizzarotti sul modulo di dichiarazione ‘democratica’ imposta per accedere ai servizi comunali, compresi i buoni spesa per i bisognosi, nulla toglie alla gravità del regolamento in vigore nel Comune di Parma».



I due esponenti di FdI hanno poi evidenziato in una nota: «Il modulo chiede di dichiarare di ‘riconoscersi’ in determinati valori e di non ‘professare’ altre idee. Non esiste alcuna legge italiana, né di altro Stato del mondo, dall’antichità fino ai giorni d’oggi, che sanzioni un essere umano per il solo fatto di ‘professare’ qualcosa o non ‘riconoscersi’ in qualcos’altro. Le imposizioni di qualsiasi natura o le sanzioni imposte dall’autorità pubblica possono riferirsi solo a comportamenti, azioni, o in rarissimi casi a dichiarazioni, mai a ciò che uno pensa o professa nel suo intimo. Il modulo del Comune di Parma rappresenta una violenza nei confronti dei cittadini e un palese abuso d’ufficio. Questo sì un reato previsto dal nostro ordinamento e che Fratelli d’Italia non esclude di segnalare alle autorità competenti».