La complicata condizione climatica che sta colpendo l’Emilia-Romagna sta avendo effetto anche sulla produzione di Parmigiano Reggiano, eccellenza italiana nel mondo prodotta proprio nella regione. Dopo la violenta alluvione dello scorso maggio, infatti, la regione si è trovata poi a fare i conti con diverse ondate di calore e, successivamente, con diffuse e violente grandinate, con chicchi grandi anche 10 cm di diametro.
Tutte queste crisi starebbero avendo sulla produzione di Parmigiano Reggiano una notevole influenza, purtroppo in negativo. Infatti, come spiega Roberto Gelfi, presidente della sezione di Parma di Confagricoltura, al Financial Times “le mucche di solito soffrono quanto la temperatura supera i 26 gradi centigradi”, con il principale effetto di ridurre la loro produzione di latte, ingrediente fondamentale per la produzione del formaggio e del Parmigiano Reggiano. Delle soluzioni, tuttavia, ci sono, ma rischiano di creare un’ulteriore crisi, ma a livello economico. Infatti, Gelfi ha istallato da diversi anni alcuni grossi ventilatori, oltre a sistemi di nebulizzazione dell’acqua, per garantire alle sue mucche un clima più fresco, ma se lo scorso anno i ventilatori funzionavano per poche ore al giorno in due mesi, ora sono in funzione per 16 ore al giorno, per 5 mesi all’anno, con un aumento considerevole dei costi.
La crisi del Parmigiano Reggiano: oltre al caldo, manca anche il foraggio
Insomma, le mucche che vengono utilizzate per la produzione del Parmigiano Reggiano, con le temperature record delle ultime settimane, producono in media il 10% in meno di latte, spiega ancora Gelfi. Secondo Vincenzo Fanari, un altro produttore del formaggio eccellenza italiana, d’estate il latte delle mucche è anche più magro di quello invernale, con l’effetto che “per fare la stessa quantità di formaggio, serve più latte”.
Ma i produttori di Parmigiano Reggiano lamentano anche un altro, grosso problema. Infatti, le grandinate e l’alluvione hanno danneggiato i campi Emiliani, con l’effetto di diminuire drasticamente la produzione di foraggio, alimento centrale per le mucche. Secondo il Consorzio del Parmigiano, infatti, le mucche devono seguire una rigorosa dieta, che prevede almeno la metà di alimentazione a base di foraggio. Questo, inoltre, deve provenire al 50% dalla fattoria che produce anche il Parmigiano Reggiano, mentre un ulteriore 25% può arrivare da altre fattorie della zona e il restante 25% anche dall’esterno del territorio emiliano.