Ha fatto il giro dei social il tweet pubblicato da Luca Parmitano, astronauta italiano dell’Esa, l’agenzia spaziale europea, dopo la rete dell’Inghilterra contro l’Italia. Al gol di Shaw al secondo minuto di gioco, il nostro connazionale ha cinguettato «What an amazing gol! Well done, England», che tradotto significa «Che gol strabiliante! Ben fatto, Inghilterra». Un’esclamazione che di certo non è passata inosservata e che ha fatto storcere il naso agli italiani. Non sono infatti mancati i commenti contrari, come ad esempio chi ha ironizzato «Guarda che se continui così la prossima volta nello spazio ti ci lasciamo..», mentre un altro ci tiene a precisare: «Luca, hanno segnato gli inglesi eh? Inglesi!».
Un altro utente, sempre scherzando, scrive «Oh Luca ti hanno hackerato l’account?», mentre un altro gli domanda “What side are you on?”, “Per quale squadra tifi?”. Ovviamente Parmitano ci ha tenuto a precisare di essere assolutamente un tifoso italiano, puntualizzando subito dopo che è scoppiata la querelle social: «Per info: ovvio che tifo Italia. Ma lo sport deve essere rispetto per l’avversario. E lo spettacolo è da entrambe le parti. Adesso tocca agli Azzurri continuare a giocare!».
PARMITANO, TWEET PRO-INGHILTERRA, POI AGGIUNGE: “FANTASTICI!”
Ma la spiegazione non ha comunque convinto i più: «Il Calcio (solo quello) dovrebbe essere tifo di pancia, si rilassi e si dispiaccia se l’Italia perde. Non vuol dire non rispettare. Ha sbagliato il tweet. Se ne faccia una ragione e stia sereno», anche se qualcuno ha comunque apprezzato: «Bravo Luca per goderti lo SPORT, e il tifo, in modo salutare e non tossico».
Fatto sta che Parmitano ha poi festeggiato alla vittoria dell’Italia commentando “Fantastici!!!!”, quindi nella mattinata di oggi ha aggiunto: «All’inno nazionale avversario, continuerò ad alzarmi, in silenzio; a stringere la mano degli altri atleti; a congratularmi per il bel gioco, indipendentemente dal risultato. Persino ad applaudire i gol degli altri. Lo sport è un riflesso del mondo : è come lo facciamo noi».