CARD. PAROLIN: “LA PROSSIMITÀ FRATERNA DI BENEDETTO XVI E PAPA FRANCESCO”
«La prossimità fraterna tra papa Francesco e il Papa emerito Benedetto XVI l’abbiamo vista tutti»: così il Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin nella lunga intervista al “Corriere della Sera” nel giorno dei funerali solenni di Benedetto XVI in Piazza San Pietro. Per il cardinale è stata proprio la fraternità tra i due Papi a permettere una continuità nel Magistero della Chiesa, soprattutto evitando la “confusione” che «alcuni all’interno della Chiesa» avrebbero cercato di infondere negli anni passati. È molto netto il passaggio del Card. Parolin dove lancia accuse tutt’altro che marginali ad entrambe le “aree” esistenti nella Chiesa, tra i “progressisti” e i “conservatori”: «La contingenza storica che ha visto convivere nello stesso tempo due Successori di Pietro ha configurato per la Chiesa una situazione istituzionale inedita, che poteva anche essere delicata. Qualcuno magari ha pensato di approfittarne, e magari ci ha anche provato, per spargere confusione. Ma non è riuscito nel suo intento…».
Secondo il n.1 della Segreteria di Stato la “confusione” voluta non è poi alla fine stata realmente ottenuta, anche se non va nascosto che in Germania o negli Stati Uniti l’unità dei vescovi sia tutt’altro che compatta in Conferenza: la confusione è stata evitata «per la fede del Papa e del Papa emerito e per le preghiere del Popolo di Dio, che li ha sempre abbracciati e sostenuti tutti e due. La fede del Popolo di Dio è sempre connotata da un affetto istintivo nei confronti del Successore di Pietro. Fa parte di quello che la Chiesa riconosce come il sensus fidei, l’istinto della fede, di cui tanto ci ha parlato Joseph Ratzinger e continua a parlarci papa Francesco». Parolin ricorda le illuminanti parole dell’allora Card. Ratzinger quando riconosceva la «funzione davvero democratica del Magistero ecclesiale chiamato a volte anche a proteggere tutti i battezzati dalle operazioni di parte». Questa “confusione” impedita all’interno della Chiesa è stata permessa, secondo il Cardinal Parolin, per la «prossimità fraterna tra papa Francesco e il Papa emerito Benedetto XVI l’abbiamo vista tutti. L’affetto espresso nei loro abbracci, negli sguardi e nelle parole che si scambiavano nei loro incontri è stato per tanti motivo di commozione e di consolazione».
IL RICORDO DI BENEDETTO XVI PER IL CARDINALE PIETRO PAROLIN
Certamente, Benedetto XVI e Francesco non sono stati affatto due Papi “simili” per pensiero, discorsi e modalità di testimoniane la fede in Cristo: ma secondo il Segretario di Stato Parolin, «L’affetto tra Benedetto XVI e papa Francesco ha reso manifesta anche la loro consonanza di sguardo davanti al mistero palpitante della Chiesa. Certo, loro hanno avuto temperamenti, sensibilità, idee, preferenze, percorsi esistenziali diversi. Anche questo fa parte della bellezza della Chiesa e dello stesso ministero dei Successori di Pietro». Non vi sono “cloni” tra i Papati, eppure ricorda ancora Parolin «La cosa che garantisce il cammino è la fede condivisa in Gesù, seguire Lui, ognuno coi propri tesori e le proprie povertà. La fede di Pietro ha accomunato Benedetto e papa Francesco». Sia Ratzinger che Bergoglio hanno insistito nel solco comune di rilevare come unica missione della Chiesa l’annuncio di Gesù, «solo se la Chiesa segue Gesù non si ripiega su sé stessa, non diventa “autoreferenziale”, e questo seguire Gesù e annunciare al mondo la sua salvezza è anche la vera sorgente di ogni autentica riforma ecclesiale».
Nel suo personale ricordo di quale valore abbia avuto Papa Benedetto XVI per il destino della Chiesa, il Cardinal Pietro Parolin sottolinea ancora al “Corriere della Sera” come dopo la rinuncia di Ratzinger «lo andavo a trovare una volta all’anno, a Natale. Mi trasmetteva sempre una sensazione di grande serenità e di pace profonda. Più che incontri di cortesia erano momenti di preghiera: egli continuava a intercedere per la Chiesa, chiedendo al Signore di custodirla e di consolarla. E percepiva che a sostenerlo e quasi portarlo in braccio erano le preghiere del Popolo di Dio, che gli voleva tanto bene, come testimoniano in questi giorni anche le moltitudini di persone di ogni età che rendono l’ultimo saluto alle sue spoglie mortali, qui a san Pietro».