LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI DON GIUSSANI ALL’UNIVERSITÀ GREGORIANA CON IL CARDINALE PAROLIN

Era il 23 giugno del 1954 quando il Servo di Dio Don Luigi Giussani discuteva, presso il Seminario diocesano di Vengono, la sua tesi di Dottorato in Teologia: in queste settimane è stata pubblicata integralmente all’interno del nuovo libro per San Paolo col suo titolo originario, “Il senso cristiano dell’uomo secondo Reinhold Niebuhr”. Nel pomeriggio del 6 giugno 2024 il Segretario di Stato in Vaticano, cardinale Pietro Parolin, assieme ad altri ospiti sono intervenuti presso la Pontificia Università Gregoriana per presentare il nuovo volume e raccontare più da vicino cosa rappresentava già in giovane età quel lavoro teologico di grande rilevanza per il percorso che poi intraprese Don Giussani.



Educatore, teologo, fondatore di Gioventù Studentesca e poi Comunione Liberazione, da poco “entrato” nella seconda fase verso la Beatificazione: come ha spiegato il cardinale Parolin, Don Luigi Giussani già dal Seminario aveva chiaro il valore centrale del cristianesimo in sana “contrapposizione” con le tesi protestanti di Niebuhr. «Sia da un punto di vista filosofico che da un punto di vista teologico, l’opera di Niebuhr è profondamente insoddisfacente per il nostro spirito di tradizione latina e cattolica», rileva il Segretario di Stato intervenendo con gli altri relatori in Gregoriana. Presenti Michelina Tenace, professore emerito di Teologia Dogmatica alla Gregoriana e Monica Scholz-Zappa (curatrice del volume), moderati da don Andrea D’Auria, direttore del Centro Internazionale di CL di Roma.



CARD. PAROLIN (SEGR. DI STATO VATICANO): IL CRISTIANESIMO PER DON GIUSSANI, LA CHIESA E LA RISPOSTA ALLE SOFFERENZE

Come ha spiegato il Card. Parolin nel corso della presentazione del nuovo libro, Don Giussani aveva compreso dapprima il senso “liberale” delle tesi di Niebuhr (teologo cristiano protestante, 1892-1971) e le aveva “decostruite” per giungere alla centralità del cristianesimo cattolico: «Sulla scorta della teologia liberale – da cui per altri versi si distanzia – e della distinzione tra il Gesù storico e il Gesù della fede, il teologo americano rifiuta infatti il concetto tradizionale dell’Incarnazione», spiega Paroln “leggendo” la tesi in Seminario di Don Giussani.



Come ha insegnato per tutta la sua vita a migliaia di giovani e non, l’avvenimento dell’Incarnazione per la Chiesa di Cristo è l’elemento più centrale e carnale possibile: «L’avvenimento dell’Incarnazione è il nucleo del cristianesimo a cui Giussani sempre, instancabilmente ritorna. Egli non dice soltanto che il cristianesimo ‘è stato’ un avvenimento, ma che esso ‘è’ un avvenimento, cioè che quell’avvenimento unico permane nella storia come avvenimento, come ‘qualcosa che sta accadendo ora’». Tutto ciò, ha poi concluso il cardinale Parolin secondo quanto riportato da Vatican News, Don Giussani instabilmente lo inseriva all’interno della Chiesa che si propone fin dalle sue origini di testimoniare all’umanità «come la forma dell’avvenimento di Cristo ora, che incontra la sete di senso e di compimento» dell’umanità. Una sete, conclude il Segretario di Stato, «di speranza e di pace, di coloro che vivono ora, immersi nel dramma e nelle sofferenze che, insieme alle normali vicende dell’esistenza, i sanguinosi, laceranti conflitti del tempo presente rendono ancora più inesorabilmente acute». Come spiegava del resto ancora il Card. Parolin nell’omelia del 2020 per l’anniversario della morte del Servo di Dio, il “don Gius” era un cuore inquieto «continuamente proteso alla ricerca della bellezza e della verità. Un cuore inquieto e mendicante dell’amore del Signore Gesù».