«Chiedo perdono per la mia ribellione: non sono fiero di me»: a dirlo è don Lelio Grappasonno, parroco di Sant’Odorico di Sacile e di Nave a Fontanafredda (Pordenone), protagonista negli scorsi mesi di campagne molto dure contro il vaccino anti-Covid. Un “no vax pentito”, si direbbe come (purtroppo) la brevità dei titoli e la “moda” comunicativa di questa pandemia ormai costringe.



Il sacerdote ha scritto una lettera lo scorso 18 dicembre indirizzata all’intera comunità parrocchiale, oggi però ripresa dal “Messaggero Veneto”: chiede scusa a tutti, dopo essersi preso il Covid-19, per le teorie no vax difese negli scorsi mesi. «Sento fortemente il desiderio di chiedere scusa e perdono per i miei atteggiamenti di ribellione», scrive don Lelio nel suo particolare e personale “mea culpa” ai circa 2mila fedeli. Ha passato un mese in isolamento per gli strascichi della sua positività al Sars-CoV-2: «I miei atteggiamenti hanno involontariamente danneggiato le relazioni con tante persone e di questo, non sono fiero».



LA LETTERA DEL PARROCO “EX NO VAX”

Ancora il sacerdote veneto chiarisce di aver vissuto un «tempo di prova» piuttosto lungo che gli ha fatto ricordare quanto «dal male il Signore ricava sempre un bene maggiore. Voglio ringraziare con tutte le mie forze i parrocchiani per la collaborazione nel poco e intenso tempo vissuto insieme, che mi ha permesso di valutare ciò che c’era e il nuovo che ci aspettava». Per don Lelio Grappasonno, la richiesta finale nella lettera è unicamente rivolta ai suoi parrocchiani: «vi chiedo di avere pazienza perché ho bisogno di un tempo congruo per rimettere i pezzi al posto giusto e ritrovare l’equilibrio e l’armonia interiore. Porterò tutti nel mio cuore e nel ricordo a ogni santa messa e grazie per la comprensione». L’affidamento è comune al Cuore di Maria Madre della Chiesa, in vista del Santo Natale «Vi abbraccio uno ad uno augurandovi che Gesù bambino possa crescere ancora di più nella nostra vita. Grazie per la vostra comprensione».

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