Parrucchieri ed estetisti sul piede di guerra per la decisione del governo di far slittare la Fase 2 per loro all’1 giugno. Il settore è pronto a protestare contro questo rinvio che potrebbe costare 1.078 milioni di euro agli addetti ai lavori. La rabbia sta attraversando tutta l’Italia. In Sicilia Gino Scotto, presidente della Federazione autonoma piccole imprese (Fapi) teme «rivolte sociali», mentre in Veneto due parrucchieri si sono incatenati per protesta davanti alle vetrine del loro salone nel centro di Padova. Benedetta Fiorini, deputata di Forza Italia, parla di 105mila attività a rischio, includendo anche barbieri e centri estetici. Un altro timore è legato all’aumento dell’abusivismo e del lavoro nero. Anche per Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato, ritiene che si potevano evitare i tre mesi di stop. «Abbiamo elaborato e presentato tempestive proposte su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta». Polemico anche Matteo Salvini: «Il grido di dolore dei parrucchieri che si incatenano: “Fateci riaprire!” Un video che vale più di 15 “task force”!». Clicca qui per visualizzare il video. (agg. di Silvana Palazzo)



PARRUCCHIERI ED ESTETISTI CHIUSI FINO 1 GIUGNO

Gli ultimi ad aprire saranno parrucchieri ed estetisti. Salvo nuove disposizioni, la data che è stata fissata dal governo è lunedì 1° giugno. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte illustrando i contenuti del Dpcm 26 aprile 2020 sulla Fase 2. In molti hanno subito pensato al fatto che in realtà la ripartenza scatterebbe il 3 giugno, visto che l’1 è lunedì, giorno in cui i parrucchieri non lavorano, e il 2 è Festa della Repubblica. Ma considerando la fase delicata che sta attraversando la categoria, potrebbe diventare un giorno lavorativo ordinario. Chi riuscirà a “sopravvivere” fino ad allora dovrà rivoluzionare la gestione del salone. Andrà ampliata la possibilità di prenotazione, anche per garantire il corretto distanziamento, ma potrebbe essere anche rilevata la temperatura in ingresso. Si potrebbe pensare anche a schede da far compilare alla cliente, da accogliere con un kit. Tra le possibili novità anche aperture straordinarie e selezione dei servizi. Anche per questo il lunedì dovrebbe diventare lavorativo.



PARRUCCHIERI ED ESTETISTI, A PADOVA SI INCATENANO PER PROTESTA

Ma la decisione del governo non è stata accettata di buon grado dai parrucchieri. Sono infatti partite le proteste, non solo sui social e in Rete, dove stanno montando molte polemiche e una rivolta “virtuale”. Due titolari di un negozio di parrucchiere a Padova, ad esempio, si sono incatenati stamattina in segno di protesta contro le misure anti-contagio che impediscono la riapertura di queste attività commerciali a maggio. I titolari del salone “Dolce Vita”, in corso Milano, secondo quanto riportato dall’Ansa, si sono legati ai polsi e al corpo una catenella di quelle che vengono di solito usate per le delimitazioni nelle file. In una conferenza stampa improvvisata hanno poi spiegato i motivi della loro protesta. «Non possiamo rimanere chiusi ancora siamo pronti per aprire, rispetteremo le norme, ma non possiamo rimanere fermi», hanno dichiarato all’agenzia di stampa Agostino Da Villi e Stefano Torresin.

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