Vittorio Emanuele Parsi, politologo e direttore dell’Alta scuola di economia e relazioni internazionali dell’Università Cattolica e componente del Comitato di indirizzo strategico del Ministero degli affari esteri, ha parlato sulle colonne di ItaliaOggi della visita del leader Xi Jinping in Russia: “La Cina sta facendo fare il lavoro sporco alla Russia: indebolire l’Europa e dunque l’antagonista storico, gli Usa, attraverso la guerra in Ucraina. In ballo c’è il tentativo di imporre una nuova egemonia, non più economico-finanziaria ma politico-militare, sull’Occidente“.
Al centro della visita del leader asiatico c’è l’invasione russa dell’Ucraina e la partnership strategica tra i due Paesi. “La Russia non è in grado di compensare i profitti che il Paese del Dragone traeva dagli affari con l’Europa. Ma Xi ha messo da parte gli interessi economici a favore di quelli geopolitici” ha spiegato ancora l’esperto.
Parsi: “La Cina pagherà un prezzo alto”
È stato proprio Xi Jinping a stringere per primo la mano a Putin dopo la decisione della Corte penale internazionale che ha emesso un mandato di arresto nei confronti dello “zar” per la deportazione di migliaia di minori ucraina. Secondo il politologo Vittorio Emanuele Parsi “È una chiara mossa politica, nel momento in cui Putin è divenuto un paria, Xi lo legittima come suo interlocutore, offrendogli un aperto sostegno, in termini politici ed economici seppur non militare, almeno per ora”.
Il rischio per la Cina è alto. Il Paese “Pagherà certamente un prezzo alto nelle relazioni con i mercati occidentali. Ma a Xi va bene così. La Cina, nel suo progetto di dominio geopolitico, sta facendo fare il lavoro sporco alla Russia: indebolire l’Europa, mettere sotto stress l’alleanza euroatlantica e dunque l’antagonista storico, gli Usa, attraverso la guerra in Ucraina”. Secondo il politologo, “I rapporti con i mercati europei e in generale occidentali resteranno compromessi anche nel momento in cui la guerra dovesse finire. E pure se la Cina può contare sull’esclusiva del gas russo a buon prezzo, non potrà mai compensare per questa via i profitti che il paese del Dragone traeva dagli affari con l’Europa”.