LA DENUNCIA CHOC DELL’AVVOCATO BRUNO SEGRE: “TOGLIERE CROCIFISSO DALL’AULA DEL COMUNE DI TORINO, ODIOSO SIMBOLO”
Da che mondo e mondo, una certa parte della sinistra militante e dell’intellighenzia laicista mal sopporta la presenza di simboli cristiani all’interno di uffici pubblici, scuole e tribunale: le parole però usate dall’avvocato ex partigiano Bruno Segre nell’Aula Rossa del Comune di Torino rischiano di andare un filo “oltre” la consueta dialettica sul tema.
«Chiedo la rimozione del crocefisso dalla Sala Rossa […] un simbolo odioso di potere»: parole durissime quelle del 104enne avvocato, invitato in Comune dal consigliere comunale radicale Silvio Viale per la riunione dei capigruppo eccezionalmente aperta al pubblico. Come riporta “La Stampa”, Segre era presente durante la discussione per la delibera che chiede proprio la rimozione del simbolo religioso presente nella sede dell’assemblea cittadina. Presa la parola in sede ufficiale e a verbale, l’avvocato ex partigiano attacca: «Sono contrario all’affissione del crocefisso in Sala Rossa, come nelle aule scolastiche, negli ospedali e in tribunale. E’ un privilegio accordato alla religione cattolica come altri iniqui provvedimenti. E’ necessario rimuoverlo, è un odioso simbolo di potere e sopraffazione di una religione che si ritiene superiore alle altre per via dei suoi privilegi. Chiedo che venga tolto dalla Sala Rossa, che venga sostituito dalla bandiera italiana».
LE REAZIONI ALL’ATTACCO DI SEGRE AL CROCIFISSO: SALVINI “SI COMMENTA DA SOLO…”
Schierati a sostegno della posizione di Bruno Segre i gruppi comunali di M5s, Sinistra Ecologista e Radicali che puntano a modificare ili egolamento n.286 del Comune di Torino: «nelle sale ove si riuniscono il Consiglio e le Commissioni consiliari non possono essere esposti simboli religiosi, se non condivisi da tutti i componenti dell’assemblea», rileva ancora Viale durante la discussione in seduta consiliare. Gli fa eco l’intervento del grillino Andrea Russi, «la Sala Rossa è di tutti i cittadini: non è un luogo sacro, ma quello dove si discutono le regole di convivenza civile. A me spiace che le forze politiche difendano la collocazione del crocifisso come un baluardo contro i fondamentalismi: l’unica difesa contro i fondamentalismi è proprio la laicità».
Decisamente in contrapposizione il Centrodestra, a cominciare dal capogruppo FdI Giovanni Crosetto: «Non capisco perché il Consiglio Comunale si debba sempre occupare di temi che non riguardano Torino: questo è un tema culturale, che riguarda un paese che ha una storia. Noi oggi – ha aggiunto il meloniano – quella storia la vorremmo cancellare, penso sia sbagliato. È sbagliatissimo poi definire il crocifisso “odioso simbolo di potere”: siamo tutti figli di questa storia e paese». Contrario alla proposta dei Radicali anche il capogruppo di Noi Moderati Simone Fissolo: «anziché perdere tempo su come togliere i simboli religiosi, potremo trovare nuovi modi per rinnovare le fedi. Il crocifisso non è un simbolo di divisione, né di potere: è uomo che è stato ucciso». Scettica con le parole di Bruno Segre anche la capogruppo del Pd Nadia Conticelli, la quale osserva «il principio di laicità dello Stato viene molto lontano ed è tutelato dalla nostro Costituzione. Oggi parla nei nostri atti e nelle scelte politiche. Il crocifisso è simbolo dell’identità culturale occidentale». Nettamente contrario e infastidito dalle parole usate da Segre è il leader della Lega nonché vicepremier Matteo Salvini: riportando sulle proprie pagine social la notizia sul crocifisso come “odioso simbolo di potere”, il Ministro dei Trasporti attacca «Il Crocifisso sarebbe “un odioso simbolo di potere” da rimuovere da scuole e ospedali, secondo l’avvocato Segre, che ne chiede insieme alla sinistra la rimozione dall’Aula consiliare di Torino. Mentre il governo aumenta stipendi e taglia tasse, per qualcun altro le priorità sono la rimozione dei simboli culturali e tradizionali del nostro Paese. Si commentano da soli».