Con la nuova Manovra già entrata in funzione dal 1 gennaio 2020 è stata modificata con relativi nuovi vincoli la Flat Tax, la norma approvata dalla Lega nel passato Governo Conte che dava un nuovo speciale regime forfettario per le Partite Iva. Come noto, né Pd né M5s hanno mai amato la legge voluta fortemente da Salvini e per l’anno 2020 vi sono state diverse novità che sono andate inevitabilmente a modificare la struttura di base della Flat Tax per i lavoratori autonomi. Ad oggi, il sistema riservato ai contribuenti autonomi non superiori ai 65mila euro come volume di affari vede confermare il 15% di tasse (5% per i primi 5 anni di attività): la cifra è altamente più vantaggiosa rispetto alle normali categorie di contribuenti proprio per invogliare l’apertura di startup e progetti nuovi sui diversi settori dell’economia e società italiana. Il problema, lamentano dopo la Manovra i rappresentanti delle categorie di Partite Iva, è che con la Legge di Bilancio già il sistema forfettario in vigore è messo a “rischio”: innanzitutto vi è il limite di 20 mila euro di spese sostenute per dipendenti e collaboratori. Ma non solo: per il 2020, ha introdotto il Governo Pd-M5s, non saranno più cumulabili redditi di lavoro dipendente, pensione e assimilati superiore a 30 mila euro.
FLAT TAX 2020: MODIFICHE E “RISCHI”
Come sottolinea il Corriere della Sera, dopo le tante lamentele avanzate da Partite Iva, imprenditori e startup, ci sono ancora tanti emendamenti inseriti nella Manovra e nel Collegato Decreto Fiscale che si devono vedere in opera per capire come effettivamente entreranno a regime. Secondo il Rapporto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro – che ha analizzato il movimento dei lavoratori autonomi in Italia a confronto con quelli degli altri Stati Europei – la soluzione dopo le tasse inserite in Finanziaria e dopo le ultime modifiche della Flat Tax (soprattutto il naufragare dell’ipotesi di allargare la misura anche per altre categorie, ndr) pare essere quella di tornare lavoratori dipendenti: «una sorta di risposta indiretta alle annunciate novità normative non certo favorevoli a chi lavora in proprio. Novità che vedrebbero il loro top nella riforma del regime forfetario, il cui avvento aveva riscosso tanto successo, soprattutto dopo le novità dello scorso anno, nel popolo delle partite Iva. Ma le annunciate modifiche sortirebbero un effetto molto negativo tra i destinatari della norma, al punto da adottare anche la drastica decisione di chiudere l’attività autonoma», riporta il CorSera citando l’ultimo Rapporto.