Nello stesso giorno della scadenza per imprese e partite Iva, l’odierno “lunedì nero” riguarda anche il modello F24 con la compilazione per il pagamento con compensazione di debiti/crediti con il Fisco: una maxi giornata di tasse e saldi con l’erario che rimette al centro le discussioni sulla pressione fiscale troppo alta in Italia. Il Governo Conte-2 ha escluso che nella prossima Manovra vi siano nuovi aumenti di tasse, anche se in realtà di “micro-tasse” e nuove norme al momento è ricca la bozza della Finanziaria 2020: in attesa di capire se e quali nuovi strumenti anti-evasione verranno messe in campo dall’esecutivo, è interessante vedere i dati del Mef rispetto ai primi 9 mesi del 2019 in merito alle entrate tributarie e contributive. Tra tasse e contributi, lo Stato festeggia un +1,1% – ovvero +5.567 milioni di euro – rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Come evidenzia il Ministero dell’Economia, «Il dato tiene conto della variazione positiva dell’1,1% (+3.592 milioni di euro) delle entrate tributarie e della crescita delle entrate contributive dell’1,2% (+1.975 milioni di euro)». Nello specifico di questi dati, viene segnalato come il gettito delle tasse sia stato influenzato dalla proroga al 30 settembre dei termini di versamento di tutte le imposte auto liquidate, IRPEF, IRES e IRAP e dell’IVA.



TASSE, IL “RAVVEDIMENTO OPEROSO”

Imprese e partite Iva vivono oggi un vero e proprio “lunedì nero” sul fronte delle tasse, tra versamento dell’Iva e delle ritenute Irpef di dipendenti e collaboratori che porteranno al versamento in favore del Fisco di quasi 27 miliardi di euro. Ma per le imprese non termina qui poichè, come ricorda Finanza.com, oggi saranno chiamate anche a versare i contributi previdenziali dei propri dipendenti e/o collaboratori. Artigiani, commercianti e i lavoratori autonomi, inoltre, dovranno versare all’Inps anche i propri. Per dare l’idea dei soldi che in un solo giorno lo Stato incasserà, questi saranno pari alla dimensione economica della prossima manovra di bilancio. Ma cosa succede a chi non paga nel giorno odierno relativo alla scadenza? L’ufficio studi della Cgia ricorda che il contribuente andrà incontro a una sanzione dell’1% dell’importo da versare al fisco per ogni giorno di ritardo entro i primi 15 giorni dalla scadenza, percentuale poi destinata a salire al 15% se il pagamento sarà effettuato entro il 90esimo giorno dalla scadenza. I versamenti non giunti o eseguiti dopo 3 mesi saranno caratterizzati da sanzioni al 30% dell’importo da versare. Si potrà tuttavia sempre usufruire dell’istituto del “ravvedimento operoso”, a patto che il versamento includa l’importo omesso e la sanzione (in questo caso ridotta) oltre agli interessi. Ma le riduzioni, occorre ricordarlo, diminuiscono con il passare del tempo di pagamento. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



VERSAMENTI IRPEF-IVA: SCADENZE E MULTE

È giunto il grande “lunedì nero” per le tasse in Italia: i 27 miliardi complessivi che imprese e Partite Iva devono allo Stato saranno erogate e saldate entro oggi, con onerosa multa per chi non si mette in regola (qui sotto tutte le novità in merito). Purtroppo però questo grande giorno di tassazione non sarà l’ultimo nel giro di questo mese: il prossimo 30 novembre è un sabato, dunque slitterà a lunedì 2 dicembre la “richiesta” del Fisco alle imprese per altri 28 miliardi di euro circa (calcoli sempre della Cgia di Mestre). È fissata per quel giorno infatti la seconda – o unica, a seconda delle categorie – rata degli acconti Irap, Inps e Irpef per le piccole aziende e per i lavoratori autonomi: per quanto riguarda le società di capitali, la seconda rata dell’acconto Irap e Ires avranno sempre scadenza al 2 dicembre prossimo con inevitabili altri saldi in arrivo verso il Fisco.



TASSE-DAY: MULTE A CHI NON PAGA

Quella di domani sarà una giornata “nera” per le imprese e il popolo delle partite Iva. È l’ultimo giorno utile per il versamento delle tasse. Molti hanno dovuto fare ricorso a liquidità accantonata per onorare il debito con lo Stato o addirittura chiedere un prestito alla Banca, visto che uno dei maggiori problemi per piccole e micro aziende è la mancanza di liquidità, che esplode in occasione del pagamento delle tasse. Ne parla il portale “Proiezioni di borsa”, secondo tutti non tutti ce la faranno a pagare il dovuto. E infatti le multe sono dietro l’angolo. Imprese e autonomi dovranno versare un +1 per cento per ogni giorno di ritardo fino al 15esimo giorno. Invece entro i novanta giorni la maggiorazione sarà del 15 per cento. Per chi non paga proprio, invece, l’aumento è del 30 per cento. E poi vanno aggiunti gli interessi legali, del 0,8 per cento. Le tasse non pagate comunque potranno essere ridimensionate con il “ravvedimento operoso”. In questo caso c’è una riduzione tra un quinto e un decimo. (agg. di Silvana Palazzo)

PARTITE IVA E TASSE IMPRESE, VERSAMENTI IVA-IRPEF

Sarà un lunedì nero quello che si attende per le Partite Iva e le imprese: sono circa 27 miliardi di euro complessivi i “conti” dei versamenti Iva e Irpef per dipendenti e collaboratori che scatteranno con lunedì 18 novembre. La stima complessiva arriva dalla Cgia di Mestre che ha calcolato come il popolo delle partite Iva e le stesse aziende debbano versare per questa data le ritenute Irpef dei dipendenti, il versamento dell’Iva e inoltre tutte le imprese sono anche chiamate dovranno versare i contributi previdenziali dei propri lavoratori ed eventuali collaboratori. «Lo Stato incasserà in un solo giorno un importo pari alla dimensione economica della prossima manovra di bilancio. Una cifra da far tremare i polsi, anche se è bene ricordare che si tratta di una partita di giro», spiega in una nota il presidente della Cgia di Mestre, Paolo Zabeo. Come sostituto d’imposta, le aziende entro il 18 novembre dovranno pagare tutta l’Iva incassata nelle settimane scorse della propria clientela oltre all’Irpef per le proprie attività. Secondo le novità dell’ultimo Decreto Fiscale, le imprese e i lavoratori autonomi potranno versare gli acconti di novembre nella misura del 50% di tassazione e non della precedente aliquota che era ferma al 60%: la norma prevede che gli acconti IRPEF, IRES e IRAP, imposte sostitutive, cedolare secca, IVIE, IVAFE si paghino in due rate del 50% ognuna (prima erano invece al 40% e al 60%). Quindi, spiega Pmi.it, «la prossima rata di fine novembre (che va pagata entro il 2 dicembre, perché il 30 novembre cade di sabato), sarà pari al 50% (e non al 60%)».

PARTITE IVA E ACCONTI IVA: COME FUNZIONA

La rimodulazione pensata dal Decreto Fiscale viene “dedicata” a tutti quelli che versano imposte in un’unica soluzione e che dunque pagheranno un acconto del 90%: riguarda molte aziende e soprattutto quasi tutte le Partite Iva (cioè tutti i contribuenti che esercitano attività per le quali sono stati approvati gli Isa, indici di affidabilità fiscale). L’acconto al 50% verrà pagato in questo acconto di novembre per queste categorie: Imprese e lavoratori autonomi che esercitano le attività economiche per le quali sono stati approvati gli ISA; regime forfetario agevolato; regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità. In merito al carico delle tasse del nostro Paese, con i versamenti Irpef e Iva da “record”, il segretario della Cgia Renato Mason ha ricordato come «sebbene la congiuntura economica non volga al bello, lo sforzo fiscale richiesto alle nostre imprese non ha eguali nel resto d’Europa». Secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, citati da “Il Giornale”, la pressione fiscale complessiva sulle aziende italiane ammonta al 59,1% dei profitti commerciali mentre nell’Eurozona si ferma in media a 42,8%.