Stop al maxi acconto Irpef per le Partite Iva a partire da novembre. È, come riportato da Il Mattino, un’anticipazione della riforma fiscale di cui il Governo di Giorgia Meloni sta discutendo da tempo. Il provvedimento, insieme ad altri che dovrebbero essere inseriti nel decreto attuativo di quest’anno, verrà esaminato lunedì dal Consiglio dei Ministri.
La proposta è quella di diluire i versamenti in sei rate, da gennaio a giugno del 2024, e non entro il 30 novembre 2023, come previsto finora (con un eventuale possibilità di saldo entro giugno successivo). Era da molto tempo che i lavoratori in questione chiedevano il provvedimento, poiché il pagamento avveniva prima della conclusione dell’anno e di avere ottenuto dunque l’intero fatturato. La misura tuttavia non dovrebbe riguardare tutti gli autonomi, ma soltanto quelli sotto una certa soglia di fatturato. Il riferimento sarà probabilmente fissato a 500 mila euro. Oltre questo limite, rimarrà l’obbligo di versare in anticipo.
Partite Iva, stop a maxi acconto Irpef: come funzionano le nuove rate
L’idea di emanare lo stop del maxi acconto Irpef per le Partite Iva da parte del Governo è stata confermata da Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive della Camera e autore della proposta. “Per questa misura non ci sono problemi per i conti pubblici. Abbiamo chiesto un parere a Eurostat che ha chiarito che c’è un impatto soltanto sul fabbisogno di cassa e non sul deficit”, ha precisato.
Il motivo è da ricondurre al fatto che le entrate sono soltanto rimandate di alcuni mesi. Alla fine dell’anno in corso, tuttavia, allo Stato verrebbero comunque a mancare 9 miliardi di euro, ovvero quelli che in media vengono versati dagli autonomi con il maxi acconto di novembre. È per questo motivo che, nel caso in cui la proposta dovesse diventare realtà, si applicherebbe la soglia dei 500 mila euro, che decadrebbe poi a partire dal 2024.