Partito Gay contro Marta Cartabia e più in generale la scelta dei ministri del Governo Draghi. «Ci preoccupa perché almeno sei ministri si sono espressi con posizioni omofobe o hanno sostenuto proposte contro i diritti Lgbt», dichiara il portavoce Fabrizio Marrazzo. Inoltre, fa riferimento a due ministri riconfermati che «non hanno agito in sostegno della comunità Lgbt». La conclusione è che il Governo Draghi è «un po’ vintage in salsa prima Repubblica». Poi viene fatto esplicito riferimento al nuovo ministro della Giustizia. La nomina di Marta Cartabia non piace al Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale perché la Guardasigilli «ha dichiarato di essere contro il matrimonio per Lgbt e con lei molti altri».



Fabrizio Marrazzo cita anche «i leghisti» e Maria Stella Gelmini «che quando era ministra dell’Istruzione non ha consentito nessuna azione nelle scuole contro l’omotransfobia». Per quanto riguarda i due riconfermati finiti nel mirino del Partito Gay, si tratta di Luciana Lamorgese e Roberto Speranza.

PARTITO GAY “6 MINISTRI CONTRO DIRITTI LGBT”

Riguardo a Luciana Lamorgese, confermata al Viminale, «dopo 14 mesi non è riuscita a cancellare la circolare “Madre e Padre” che Salvini ha fatto in una notte per discriminare i figli delle coppie Lgbt+». Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay, si chiede quindi cosa farà ora che nel Governo Draghi ci sono dei ministri della Lega. Per quanto riguarda, invece, Roberto Speranza, che è stato confermato ministro della Salute, Marrazzo ricorda che «da ministro esultava per aver nominato un vescovo alla commissione per le politiche per gli anziani del ministero, dimenticandosi della laicità dello Stato». Ma il portavoce del Partito Gay cita anche un episodio più recente: «Solo 2 giorni fa dopo aver appreso che le persone Lgbt+ erano ancora nella lista delle categorie a rischio per il suo ministero, non ha neanche fatto un post di scuse o una sua dichiarazione e tanto meno si è impegnato a sanzionare i colpevoli».



Fabrizio Marrazzo evidenzia poi la «scarsa presenza di donne» e di ambientalisti, mentre ministri del centro-sud sono 5 su 23. «Da queste premesse non ci sembra un governo progressista, liberale, ambientalista ed Lgbt friendly». Il portavoce del Partito Gay conclude quindi con un interrogativo sul Governo Draghi: «Forse sarà capace di fare innovazione, ma in quale direzione e per chi? Al momento non è dato sapere».

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