L’ipotesi di un partito unico Lega-Forza Italia è tornata in auge nel corso degli ultimi giorni. Silvio Berlusconi è in pressing da mesi per formare l’asse con il Carroccio, mentre Salvini ha sempre temporeggiato. Ebbene, secondo il noto sondaggista Piepoli l’unione potrebbe portare buone novelle a entrambi i soggetti politici…
Intervenuto ai microfoni di Adnkronos, Nicola Piepoli ha spiegato che il partito unico Lega-Forza Italia potrebbe valere anche il 30%. Ma ad una condizione: “A patto che tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi ci sia sempre intesa”. Secondo l’esperto, se c’è una filosofia comune tra i due partiti e se i capi pensano le stesse cose e possono collaborare tra di loro, “l’aumento in quota è notevole e un partito unico Lega-Fi possa arrivare anche al 30%, purchè, lo ripeto, ci sia benevolenza reciproca al vertice”.
PARTITO UNICO LEGA-FORZA ITALIA, IL GIUDIZIO DEI SONDAGGISTI
Piepoli si è detto ottimista, dunque, sull’ipotesi di un partito unico Lega-Forza Italia. Non è dello stesso avviso Fabrizio Masia, amministratore delegato di Emg Different. Sempre ai microfoni dell’agenzia di stampa, l’esperto ha spiegato che l’unione non darebbe certezze di immediato appeal tra gli elettori interessati perchè “non sempre la somma dei consensi di due forze politiche distinte si traduce in un totale algebrico equivalente. E sappiano che tra coloro che votano Fi e coloro che votano Lega le sensibilità non sono le medesime”.
Nel corso della sua analisi sul possibile partito unico Lega-Forza Italia, Masia ha rimarcato che da parte di alcuni elettori forzisti più moderati potrebbe risultare attrattivo il richiamo di un centro sempre più affollato. Per quanto concerne il versante leghista, non sarebbe trascurabile “il richiamo di una destra come quella di Fdi”. E per il sondaggista c’è anche un’altra incognita, ovvero la leadership del partito unico, senza dimenticare il tema dei rapporti con gli altri partiti di Centrodestra. “Mi aspetto che a fronte di unione delle forze che, sulla carta può contare l’una il 17% e l’altra l’8%, l’approdo finale sia più in una forbice che va tra il 18 e il 22%, che non una meta ‘algebrica’ del 25%”, ha concluso il suo intervento.