Oggi domenica 19 aprile si celebra la Pasqua ortodossa 2020: come sappiamo, per i seguaci di questa chiesa il giorno della Resurrezione di Cristo cade nella prima domenica dopo l’equinozio di primavera (per i cattolici invece la data è quella della domenica seguente alla prima luna piena di primavera). Rispetto alla Pasqua che i cattolici hanno celebrato il 12 aprile, quella degli ortodossi ha molte somiglianze: a partire dalla festività come detto, per passare alla settimana che precede questa domenica santa che anche in questo caso prevede momenti di raccoglimento e preghiera. Viene però storicamente utilizzato il calendario giuliano per calcolarla, e non quello gregoriano; altra differenza è quella della domenica che apre la Settimana Santa, che qui viene chiamata Domenica dei Salici. Per il resto, anche gli ortodossi prevedono la benedizione delle uova (che vengono preparate il Giovedì Santo) e lauti banchetti nel giorno della Pasqua.



La Pasqua ortodossa prevede anche processioni e cerimonie di grande impatto e raccoglimento: celebre per esempio quella di Mosca, che si tiene appunto nella notte di Pasqua, ma anche quelle sull’isola di Corfù con drappi rossi che addobbano le case. Cosa c’è dunque di differente tra la Pasqua dei cattolici e quella degli ortodossi? Se nella forma le due festività possono coincidere, nella tradizione e nei dogmi delle due chiese ci sono delle discrepanze. Nel Credo per esempio viene emesso il Filioque perché sarebbe non conforme al Vangelo e significherebbe che Dio non potrebbe salvare le anime cristiane, abbassando anche lo Spirito Santo; inoltre, si rifiuta la dottrina sulla Grazia (quella di Agostino d’Ipponia) perchè sminuirebbe l’uomo che non dovrebbe “fare nulla” per riceverla. Altri gesti sono differenti, per esempio il battesimo che avviene per immersione (per simboleggiare l’adesione a Cristo e la completa immersione in Esso).



La Pasqua ortodossa 2020 si celebra dunque ai tempi del Coronavirus, e non si è fermata: al Santo Sepolcro infatti si è tenuto regolarmente il rito del fuoco sacro, sia pure con le limitazioni sanitarie necessarie. Dunque, nella Basilica di Gerusalemme soltanto 10 importanti religiosi sono entrati; anche in questo caso, come domenica scorsa per la Pasqua cattolica, i fedeli non sono stati ammessi. Questo rito simboleggia la Resurrezione di Cristo Luce del mondo; si rinnova ogni anno e rappresenta l’accensione di un fuoco spontaneo in una cerimonia presieduta dal Patriarca greco-ortodosso. La dottrina ortodossa crede che questo rito scomparirà soltanto quando sarà il tempo dell’Apocalisse. In occidente se ne sa poco, ma viene narrato già dai tempi delle Crociate. Simboleggia il passaggio dal buio alla luce; nella tradizione cattolica, la notte della Veglia Pasquale viene invece acceso un cero come simbolo di questo.

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