Non si può raccontare il personaggio don Pasquale Casillo senza passare dal suo rapporto con Zdenek Zeman, artefice insieme a lui del Foggia dei miracoli. Un rapporto di odio e amore quello con il tecnico boemo: lo scetticismo iniziale, poi il colpo di fulmine sbocciato in un’amichevole da avversari, il tradimento quando seppe che Zeman parlava già col Parma, l’esonero, il richiamo sulla panchina dei Satanelli per cercare di salire in Serie A. E poi il ricordo dal retrogusto dolceamaro: la ricomposizione, pochi anni fa, del trinomio Casillo-Zeman-Pavone in quel di Foggia, questa volta senza i risultati sperati. C’è un aneddoto, riportato dal portale di Gianluca Di Marzio, che dà l’idea del rapporto fra Casillo e Zeman, raccontato proprio dall’ex patron del Foggia: “Abbiamo avuto diverse divergenze, è vero. Una volta gli portai tre pacchetti di sigarette e gli chiesi di fumarle tutte, così sarebbe morto e me lo sarei levato di torno. Lui rideva e mi guardava fisso negli occhi”. (agg. di Dario D’Angelo)



MORTO PASQUALE CASILLO: IL RICORDO DI CICCIO BAIANO

Iniziano ad arrivare le prime reazioni alla notizia della morte di don Pasquale Casillo, patron del Foggia dei miracoli. In esclusiva ai microfoni di TMW ha parlato Ciccio Baiano, che dell’epopea nota come “Zemanlandia” fu uno dei protagonisti: “Sono molto dispiaciuto, per me Casillo è stato un presidente molto significativo. Eravamo entrambi napoletani ed entrammo subito in sintonia. C’era un feeling particolare anche con mio padre. Quando arrivava a Foggia lo andava a prendere e pranzavano insieme. Quando Casillo mi prese ero reduce da un campionato disastroso ad Avellino. Lui, il ds Pavone e Zeman credevano in me. A Casillo costai… una barca di soldi. Fui pagato tre miliardi e ottocento milioni di lire. Furono grandi stagioni e ho ricordi belli”. Baiano ricorda un aneddoto in particolare: “La prima volta che arrivai a Foggia prima della presentazione andai a salutare il presidente nel suo studio. Entrai in una sala enorme dove la scrivania era a quindici metri di distanza. Casillo mi guardò e parlando in napoletano mi disse: ‘Baiano, ti abbiamo pagato tre miliardi e ottocento milioni, devi fare una valanga di gol…’ Mi mise subito pressione ma era divertente e mi voleva bene. Quando ero in Nazionale mi venne a prendere con l’aereo privato e per il debutto in azzurro mi regalò un rolex”. (agg. di Dario D’Angelo)



PASQUALE CASILLO, IL RITORNO A FOGGIA E IL SOGNO INFRANTO

Foggia piange don Pasquale Casillo, il presidente di “Zemanlandia”, il re del grano che ha reso possibile un sogno ad altissimo coefficiente di difficoltà: insidiare le grandi d’Italia, costruire una giostra del gol capace di restare nell’immaginario collettivo come una delle squadre più spettacolari del calcio nostrano. Casillo tentò di ricostruirlo quel sogno, ma si sa che le imprese più grandi riescono una volta solo. In una lettera pubblicata da Foggia Today scrisse: “Ho ripreso a sognare una programmazione per il futuro del Foggia Calcio che non passasse dalle spese folli e che non potesse prescindere da uno stadio e da un settore giovanile fucina di campioni del domani. Ho sognato di ritornare ma la forza non era più la stessa. Ho chiamato al mio fianco i miei ex amici, ossia quelli che un tempo fecero conoscere Foggia fino a Madrid e a giocare con il Real. Ho sognato, è vero. Quando sei innamorato non puoi ragionare che con il cuore. Il cuore mi disse di ricomprare il Foggia Calcio nel 2010 dagli imprenditori che lo vendettero con passività di oltre un milione e mezzo di euro e con la promessa delle sponsorizzazioni finalizzate all’accollo della metà della debitoria. Lo compari con uno stadio non adeguato alla serie C, con una capienza di meno di 3.000 spettatori e con un manto erboso reduce da un concerto che costrinse la squadra a giocare in trasferta le prime tre partite di campionato. Lo comprai tra mille problemi economici e sull’orlo della mancata iscrizione; lo comprai per l’amore che ancora nutro nei confronti di quei colori. Con me ritornarono Zeman Pavone e Altamura. Ognuno di loro ci mise del suo. Onore e tutti e tre. Con loro arrivarono , tra gli altri, Insigne, Laribi, Sau, Regini, Romagnoli, Salamon, e tanti altri campioni che ancora militano in serie A e in Nazionale. Mai scelta più oculata fu fatta e mai i conti di quella società, a parte i debiti pregressi, non consentirono al Foggia la certificazione della COVISOC”. Finì male, con l’addio “anche a causa di coloro che fomentarono la folla e organizzarono manifestazioni e cortei di piazza per allontanarmi”. Perché non tutti conoscono il valore della riconoscenza…(agg. di Dario D’Angelo)



PASQUALE CASILLO, MORTO STORICO PRESIDENTE DEL FOGGIA

Lutto nel mondo del calcio: è morto Pasquale Casillo, storico presidente del “Foggia dei miracoli” targato Zeman e Pavone. Malato da tempo, “il re del grano”, com’era soprannominato per il fatto di essere stato uno dei più importanti produttori di grano del Sud Italia, si è spento all’età di 72 anni. Con lui se ne va un pezzo di storia della città pugliese, e che storia: quella che con Zemanlandia aveva fatto del Foggia la sorpresa della Serie A nella stagione 1991, bagnata all’esordio in campionato da un pareggio con una rete per parte nientemeno che alla Scala del Calcio, San Siro, contro l’Inter. Il calcio italiano viene travolto dalla ventata di freschezza portata dai “Satanelli”, protagonisti di un calcio visionario e spumeggiante, certamente rivoluzionario per una provinciale che va a giocarsela su tutti i campi e chiuderà la stagione con il secondo miglior attacco, alle spalle unicamente del Milan, laureatosi campione d’Italia.

PASQUALE CASILLO E’ MORTO

Don Pasquale Casillo, stando a quanto riportato da Foggia Today, si sarebbe spento nella notte presso l’ospedale di Lucera, dov’era ricoverato. Il portale L’Immediato ricorda come l’imprenditore di San Giuseppe Vesuviano, da diversi anni trapiantato a Foggia, era stato anche presidente di Confindustria nel capoluogo dauno. Figura controversa, amata da una parte di tifosi e odiata da altre frange, Casillo è stato proprietario anche di Sangiuseppese, Salernitana e Bologna. Qualche anno fa, richiamando Zeman, aveva tentato di ricreare una squadra importante ad Avellino. Nel 2010 aveva poi tentato di ricreare il “Foggia dei miracoli” con lo stesso allenatore boemo nuovamente in panchina e Giuseppe Pavone come direttore sportivo. Il sogno durerà soltanto un anno, dopo l’addio di Zeman in seguito ad un deludente sesto posto in campionato.