«E’ tempo di ridisegnare il welfare italiano»: così Pasquale Tridico ai microfoni de La Stampa. Il presidente dell’Inps ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del quotidiano torinese ed ha fatto il punto della situazione su alcuni dei dossier più scottanti. Il 45enne ha sottolineato che la pandemia ha portato a numerosi cambiamenti, a partire dal fatto che i sussidi non servono solo ai poveri ma anche agli autonomi, spiegando che le parole chiavi sono «flessibilità e semplificazione».
Pasquale Tridico ha evidenziato che il sistema di welfare deve essere più inclusivo e universale, andando a garantire formazione continua, conoscenze e competenze ai lavoratori. Per quanto riguarda il Pnrr, il numero uno dell’Inps ha spiegato che darà una spinta pubblica agli investimenti sulla scia di Keynes e Schumpeter. Senza dimenticare un provvedimento molto atteso come il salario minimo, definito «la giusta direzione da seguire».
PASQUALE TRIDICO SULLA RIFORMA PENSIONI
Uno dei temi più dibattuti negli ultimi giorni è quello della riforma delle pensioni, ricordando che il governo ha eliminato ogni riferimento a Quota 100 nel testo finale del Recovery Plan. Pasquale Tridico ha spiegato che giungerà al termine il prossimo 31 dicembre e la sua proposta è quella di andare in pensione dai 62-63 anni solo con la quota che si è maturata al punto di vista contributivo. «Il lavoratore uscirebbe dunque con l’assegno calcolato con il contributivo e aspetterebbe i 67 anni per ottenere l’altra quota, che è quella retributiva. Poi è necessario tutelare i fragili, come gli oncologici e gli immunodepressi, che nella fase post Covid devono poter andare in pensione prima», il giudizio del presidente dell’Inps. Pasquale Tridico ha rimarcato che non è possibile tornare indietro rispetto al modello contributivo ed è necessario incrementare i livelli di flessibilità, «tenendo presente che abbiamo bisogno di equità e sostenibilità».