Pasquale Valitutti, uno degli anarchici più noti d’Italia, oggi 78 anni, è finito sotto indagine. Come riferisce il Corriere della Sera attraverso il suo sito web, le accuse nei confronti dell’anziano signore sono quelle di istigazione a delinquere, il tutto aggravato dalla finalità terroristica. Accuse sicuramente non leggere quelle mosse verso Pasquale Valitutti, così come emerge da una ordinanza che stata emessa dal tribunale torinese, dopo la richiesta dei pubblici ministeri.



Il quotidiano aggiunge che il nome dell’anarchico compare in una indagine dove sono decine le persone attenzionate, a seguito dei disordini che sono avvenuti nel capoluogo piemontese, in centro storico, il 4 marzo del 2023. Poco più di due anni fa circa, numerosi manifestanti scesero in piazza per mostrare la propria vicinanza ad un altro anarchico ben noto come Alfredo Cospito.



PASQUALE VALITUTTI INDAGATO, LE PROTESTE A TORINO PER COSPITO

In quel periodo lo stesso stava facendo lo sciopero della fame in quanto in disaccordo con il regime carcerario a cui era stato sottoposto, il 41 bis o carcere duro, riservato solitamente ai criminali più pericolosi, a cominciare dai mafiosi. Quell’evento si concluse purtroppo con una devastazione, con auto parcheggiate in strada distrutte, e vetrine dei negozi in frantumi, e non mancarono anche gli scontri con le forze dell’ordine.

Scesero piazza circa un migliaio di persone che se la presero prima di tutto con la sede della Reale Mutua assicurazioni in quel di corso Siccardi a Torino, poi venne imbrattato l’obelisco di piazza Savoia, mentre le forze dell’ordine intervennero con idrogeni e lacrimogeni. 150 furono i manifestati che vennero identificati dalle autorità, di cui 35 portati in questura e 34 dei quali denunciati per vari reati. Fra gli agenti, invece, si segnalarono due feriti, anche se fortunatamente in maniera non grave.



PASQUALE VALITUTTI INDAGATO, COSA FECE NEL 2023

Fra coloro che manifestarono vi era proprio anche Pasquale Valitutti, che durante la protesta prese il microfono, parlando alla folla e dicendo che ognuno doveva dare una risposta e agire di conseguenza, con riferimento a ciò che stava accadendo a Cospito. “Ne va della nostra sopravvivenza”, aggiunse.

Il Corriere della Sera ci tiene comunque a precisare che all’anarchico, che da tempo è in sedie a rotelle, non è contestata la sua partecipazione diretta agli scontri, visto che lo stesso non distrusse nulla ne tanto meno si scontrò con la polizia, ma furono proprio quelle parole pronunciate durante il corteo, ma soprattutto, alcune interveniste rese nelle settimane precedenti, ad essere contestate. Secondo quanto stabilito dai giudici, tenendo conto del contesto politico e storico che stiamo vivendo, le esternazioni dell’anarchico che auspicava reazioni violente contro le istituzione nonché contro una parte della popolazione, ritenuta dallo stesso complice di quanto stava accadendo a Cospito, non lascia margine ad alcun dubbio, ed è per questo che è scattata l’indagine nei suoi confronti.