Al Consiglio Europeo in corso da ieri i leader dei 27 Paesi Ue hanno discusso e trovato un accordo di massima sul passaporto vaccinale Covid da lanciare entro l’estate per poter permettere la ripresa, seppur parziale, di viaggi e turismo bloccati da oltre un anno di pandemia e lockdown. Si profila al momento un “lasciapassare” senza però avere ancora appieno i vaccini: su questo punto ha “battuto i pugni sul tavolo” il Premier Mario Draghi nelle riunioni in videocollegamento, criticando la lentezza e gli errori commessi dalla Commissione Von der Leyen negli scorsi mesi.



Occorre fare presto e bene sui vaccini, ma dall’estate l’idea di un passaporto vaccinale potrebbe anche avere senso, solo se appunto la campagna procederà molto più spedita di quanto non sia avvenuto finora. Il passaporto di immunità non è un’idea nuova, specie in quei Paesi dell’Europa meridionale che del turismo estivo fanno la gran parte del Pil: l’idea dell’Unione Europea è di realizzare una sorta di piattaforma digitale comune per gestire i passaporti di immunità – vaccinazione, test e tamponi – in modo da rendere più semplice la verifica del proprio certificato negli aeroporti e alle frontiere, prima di cambiare Stato. Per la Von der Leyen occorre una misura omogenea e generale per evitare da un lato le discriminazioni e dall’altro le differenziazioni da Stato a Stato.



PASSAPORTO VACCINALE: LE NOVITÀ

Il “green pass” inglese potrebbe essere il modello, con Spagna, Portogallo, Austria, Bulgaria, Grecia, Croazia e anche Italia possibilisti sulla formulazione di un passaporto vaccinale ad ampio raggio: il freno arriva da Francia, Germania, Olanda e Belgio che vedono un forte rischio di discriminazione per chi non vuole/non può vaccinarsi e che non potrebbe a quel punto uscire dal proprio Paese. Se poi guardiamo al nostro Paese, risulta molo difficile ritenere che entro giugno il 70-80% dei cittadini adulti possa essere vaccinato e questo renderebbe alquanto “limitata” la possibilità di vacanze extra-Italia: una possibile soluzione per superare l’impasse è stata proposta dal Premier della Grecia Kyriakos Mitsotakis, secondo cui «il documento potrebbe certificare l’avvenuta vaccinazione, ma anche l’esistenza di un test risultato negativo o l’immunizzazione avvenuta a seguito della guarigione». In questo caso il passaporto vaccinale non sarebbe obbligatorio per viaggiare ma renderebbe solamente più semplice e meno “ingolfato” a livello burocratico lo spostamento. Per non parlare di tutti i minorenni che già in partenza sarebbero esclusi dai viaggi non potendo essere vaccinati entro l’estate per disposizione del piano vaccinale europeo: a questo pensa il Premier francese Macron quando afferma «il pass non sarà obbligatorio perché non saremo in grado di condizionare l’accesso ad alcuni luoghi alla vaccinazione e perché i più giovani non possono vaccinarsi».

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