Non sarà solo un passaporto vaccinale ma potrebbe essere molto più corposo l’idea di pass presentato oggi dalla Commissione Europea a Bruxelles: si tratterebbe, secondo le anticipazioni date dalla stessa Presidente Ursula Von der Leyen via social, di un passaporto Covid con tutte le informazioni necessarie per tornare a muoversi e viaggiare in Europa e nel mondo in maniera costante e graduale. Il tutto, senza dimenticare il fattore centrale della privacy.
Si chiamerà “Digital Green Pass” e avrà come scopo primario quello di fornire la prova documentata che la persona è stata vaccinata: ma non solo, «darà i risultati dei test per coloro che ancora non sono stati vaccinati; darà informazioni sulla guarigione dalla Covid-19 e rispetterà la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy», conclude la Von der Leyen, sottolineando come il passaporto Covid dovrebbe facilitare e non complicare la vita dei cittadini europei, «Lo scopo è consentire gradualmente ai cittadini di muoversi in sicurezza nell’Ue o all’estero, per lavoro o per turismo».
VACCINI & RECOVERY, IL PUNTO DI GENTILONI
Contattato in merito da Repubblica, il Garante della Privacy boccia l’ipotesi di un passaporto vaccinale nazionale o regionale, mentre giudica positivamente l’ipotesi europea: «I dati relativi allo stato vaccinale sono dati particolarmente delicati e un loro trattamento non corretto può determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone: conseguenze che, nel caso di specie, possono tradursi in discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali». Serve dunque una legge per regolare a livello nazionale le singole iniziative di privati e Regioni, mentre a livello comunitario europeo l’idea di un passaporto complessivo non dispiace: ne è convinto anche il Commissario agli Affari Economici Ue Paolo Gentiloni, «bene se si riesce a creare un certificato comune, non deve contenere chissà quali informazioni ma semplicemente il dato che il titolare è stato vaccinato ed eventualmente se solo con la prima o anche con seconda dose».
Occorre bilanciare la necessità di ripresa economica con l’evitare le discriminazioni sulla privacy, ha spiegato ancora Gentiloni al Forum Ansa, «rischio che ciascuno faccia in casa propria è un rischio che vogliamo evitare». Osservando la situazione attuale in Italia e in Ue, non si può dire di essere fuori dalla bufera eppure Gentiloni riserva speranza per l’immediato futuro: «Siamo ancora dentro una fase molto difficile ma con i vaccini abbiamo una prospettiva di uscirne nonostante le varianti e le incognite». Ammette i forti ritardi della Commissione Ue sul piano vaccinale, tanto che «dobbiamo rimboccarci le maniche a Bruxelles per superare questi ritardi, ma sono stati fatti progressi, l’Ue non aveva mai avuto una politica sanitaria comune». Nel frattempo l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha fatto sapere che verranno rese più snelle «le procedure sul Covid, lavoreremo con la nostra task force industriale insieme al Commissario Breton per aumentare la produzione. Grazie a questo puntiamo ad avere nei prossimi mesi accordi di acquisto anticipato nuovi o adeguati per le varianti dei vaccini», spiega commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, alla videoconferenza dei ministri Ue.