Il 7 aprile 2023 è Venerdì Santo, giorno in cui si fa memoria della Passione e morte di Gesù in Croce, l’estremo sacrificio di Chi dà la vita per chi ama. Secondo giorno del Triduo Pasquale, dopo l’Ultima Cena e prima del Sabato Santo o Gesù nel Sepolcro, ultimo giorno prima della Pasqua di Risurrezione del Signore. Durante il Venerdì Santo, la mattina la Chiesa non celebra l’Eucarestia, continuando tuttavia l’adorazione eucaristica, mentre nel pomeriggio ha inizio la vera e propria celebrazione dedicata alla Passione del Signore. Un rito molto antico, che si divide in tre parti: la lettura del Vangelo che riporta la Passione, l’adorazione della Santa Croce e la Comunione (eccetto che per il rito Ambrosiano, che non prevede la distribuzione dell’Eucarestia).



Nelle ore serali, invece, si effettua la Via Crucis, un rito antico che affonda le proprie radici già dal Trecento, per opera del frate domenicano beato Alvaro, ed è formata da 14 Stazioni situate in ciascuna chiesa o parrocchia. Ogni stazione della Via Crucis raffigura un momento saliente della Passione di Cristo, iniziata dopo l’Ultima Cena durante la quale Gesù dimostrò ai dodici Apostoli tutta la Sua carità. Durante la giornata del Venerdì Santo le campane di tutte le Chiese osservano il silenzio, non suonando fino alla sera del Sabato Santo, quando durante la Veglia Pasquale viene annunciata la Risurrezione di Gesù. Il Venerdì Santo è giorno in cui la chiesa chiede ai propri fedeli, che abbiano superato i 18 anni e fino ai 60, digiuno e astinenza, che significa “fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità, alle consuetudini locali approvate”. Come ogni anno anche il Papa ripercorre la Via Crucis in mondovisione, dopo gli anni della pandemia, in cui è stata celebrata in Piazza San Pietro, dallo scorso anno è ritornata ad essere allestita al Colosseo.



La Passione di Gesù nei Vangeli

Tutti e quattro i Vangeli riportano le ultime ore prima della Crocifissione di Gesù, a partire dall’arresto, fatto mentre si era ritirato a pregare nell’orto del Getsemani, dopo il tradimento di Giuda Iscariota. Gesù viene portato in giudizio prima dal sacerdote Anna e poi dal sommo sacerdote Caifa, è al termine di questo interrogatorio che avviene il doloroso rinnegamento di Pietro, che per tre volte, prima che il gallo canti (esattamente come gli aveva predetto il Maestro), nega di conoscere Gesù. Gesù viene condannato a morte, dopo che si è dichiarato Figlio di Dio e portato dal governatore romano Ponzio Pilato. Quest’ultimo, nonostante non abbia ravvisato alcuna colpa nel Cristo, non prende alcuna decisione in merito e lo conduce dal re Erode, che lo insulta e lo riconduce da Pilato.



Gesù viene condannato direttamente dal popolo, che ne invoca la crocifissione a gran voce e viene condannato a morte, a vantaggio di Barabba, che invece viene liberato. Il governatore se ne lava le mani e consegna Gesù ai soldati, che, dopo averlo flagellato gli pongono sulla testa una corona di spine. Gesù sala al Calvario, con la croce sulle spalle flagellate, aiutato da Simone di Cirene. Gesù viene quindi crocifisso, verso le nove del mattino, insieme a due ladroni e verso le tre del pomeriggio (l’ora nona), spira in croce. Sulla terra si eclissò il sole e il velo del tempio si squarciò. Come riporta il Vangelo di Marco: “L’ufficiale romano che stava di fronte alla croce, vedendo come Gesù era morto, disse: ‘Quest’uomo era davvero Figlio di Dio!’”. La Via Crucis, con le sue ultime due tappe, termina con la deposizione di Gesù dalla Croce per esser poi deposto nel sepolcro.

Gli altri Santi e Beati del 7 aprile

Il 7 aprile è anche il giorno dedicato al ricordo di vari santi, tra i quali si ricordano il sacerdote San Giovanni Battista de La Salle, il martire San Callopio, lo scrittore gesuita Sant’Enrico Walpole, il vescovo San Giorgio di Militene, il sacerdote e martire San Pelusio e il vescovo San Saturnino di Verona.