Il Passo Gavia è stato cancellato dal Giro d’Italia. Il tour ciclistico del Belpaese sarebbe dovuto transitare dalle provincie di Brescia e di Sondrio in occasione della tappa in programma martedì prossimo, 28 maggio, ma vista la neve caduta copiosa in queste ore, l’organizzazione del tour ha preferito modificare il tracciato. Ad annunciarlo al termine della quattordicesima tappa è stato il direttore della corsa, Rosa Mauro Vegni, che in occasione di una conferenza stampa apposita ha spiegato: «Viste le previsioni meteorologiche per i prossimi giorni che danno un peggioramento e il rischio slavine, purtroppo non potremo passare sul Gavia. Mi preme innanzitutto ringraziare le province di Sondrio e Brescia e tutti quelli che hanno lavorato per provare a mantenere il percorso originario. Prendiamo questa decisione questa sera per dare a tutti la possibilità di organizzarsi al meglio». A preoccupare gli organizzatori del Giro, come anticipato già da Vegni, non era tanto la neve quanto il forte pericolo valanghe, visto che il manto di neve alto diversi metri non risultava affatto compatto.
PASSO GAVIA CANCELLATO DAL GIRO D’ITALIA
Niente da fare, quindi, addio Passo Gavia e cambio della fisionomia della sedicesima tappa, che inizierà da Lovere, in provincia di Brescia, e che si chiuderà in quel di ponte di Legno, sempre nella provincia bresciana. Sarà una tappa lunga 194 chilometri con un dislivello di 4.800 metri: «Il nuovo percorso della tappa 16 – ha aggiunto e concluso Vegni – prevedrà la salita di Cevo, inedita per il Giro, quindi il passaggio dall’Aprica dalla parte più dura, prima di scendere a Mazzo e affrontare il passo del Mortirolo e quindi l’arrivo di Ponte di Legno. La nuova Cima Coppi sarà quindi il Passo Manghen nella tappa 20». Una tappa decisamente impegnativa, viste le numerose salite previste fra cui il tanto temuto e nel contempo ambito, Mortirolo. Il Passo Gavia divenne famoso in particolare durante il Giro del 1988, quando numerosi ciclisti arrivarono al traguardo quasi congelati, viste le temperature tipicamente invernali sopra i 2600 metri di quota.