I prezzi della pasta sono aumentati del 37% in due anni. L’allarme, come riportato da Il Sole 24 Ore, è arrivato dall’Unione italiana consumatori: “I prezzi devono calare senza se e senza ma”, ha scritto nelle scorse ore il presidente dell’associazione, Massimiliano Dona, in un comunicato duro. Non ci sono, infatti, motivazioni che tengano ad un rincaro così importante, che va anche oltre l’inflazione.
La Coldiretti, in tal senso, ha fatto notare che il commercio del grano duro non può essere una scusante. I dati Istat Coeweb rivelano infatti che gli agricoltori nell’ultimo anno lo hanno acquistato ad un prezzo del 30% inferiore, ma in questo stesso periodo il costo di un pacco di pasta è comunque aumentato. La sensazione insomma è che ci sia una speculazione in atto. Ad essere danneggiati sono ovviamente i consumatori. È per questo motivo che il Codacons ha minacciato di portare la questione sul tavolo dell’Antitrust e delle procure.
Pasta, prezzi aumentati del 37% in due anni: gli industriali si difendono
Di fronte ai dati oggettivi sui prezzi della pasta, che sono aumentati del 37% in due anni, gli industriali si difendono comunque dalle accuse di speculazione. “Il grano ha prezzi troppo fluttuanti e non è l’industria della pasta a determinare il prezzo del grano duro, a farlo è il mercato globale con meccanismi e quotazioni internazionali”, ha affermato Riccardo Felicetti, presidente dei pastai di Unione italiana food. Inoltre, ha sottolineato che vanno considerati anche gli altri costi, sempre più alti, dell’energia, dei trasporti e degli imballaggi.
Il Codacons da parte sua non ci sta a prendere per buone queste motivazioni e intende andare a fondo sulla questione per tutelare i consumatori, che sono in questi mesi costretti a fare una spesa sempre più oculata. “È necessario verificare se vi siano anomalie sul mercato tese a mantenere elevati i prezzi al dettaglio di un prodotto molto presente sulle tavole degli italiani”, si legge in una nota.