Novità in arrivo per i possessori di patente, compresi i neopatentati. Ci sono infatti alcune modifiche introdotte dal Decreto Legge Infrastrutture, che spaziano dalla guida di veicoli elettrici e ibridi fino al rinnovo della patente di chi non guida da molti anni. Cominciamo dalla prima novità: ora anche per le patenti B vale il criterio che esclude il peso delle batterie dal calcolo del peso “legale” di un mezzo. Questa decisione esclude quindi il maggior peso che può rendere più ecologico un veicolo. Attenzione però, perché questa “agevolazione” vale per chi ha conseguito la patente da almeno due anni e impone che l’eccesso di peso rispetto ai 3.500 kg non dipenda da una capacità di carico superiore, ma soltanto dal peso del sistema di propulsione alternativa rispetto a quello a benzina o gasolio.
Novità anche per i neopatentati che vogliono mettersi alla guida di un veicolo elettrico o ibrido plug-in. Solo per queste categorie di veicoli, il limite del rapporto potenza/tara non è più fissato a 55 kW/t ma viene innalzato a 65 kW/t, compreso il peso della batteria. Per i neopatentati non cambia comunque il limite di potenza massima già disposto per tutti i tipi di autovettura, cioè 70 kW, previsto per chi ha conseguito la patente da meno di un anno.
Novità patenti, cosa cambia per i motociclisti e chi non guida da anni
Tra le novità introdotte dal Decreto Infrastrutture c’è la facoltà, assegnata al giudice e al prefetto, di vietare la guida di biciclette a pedalata assistita finché una persona non è in possesso dei requisiti morali per conseguire la patente. Le bici a pedalata assistita infatti possono essere truccate e trasformate di fatto in motorini elettrici, un’operazione per cui è prevista una specifica sanzione. Cambiano poi le regole per i motociclisti con patente A1 e vogliono conseguire la A2, ma anche per chi ha la A2 e vuole la patente A: se possiedono la patente da due anni, possono semplicemente seguire un corso di formazione specifico in autoscuola.
Infine, cambiamenti in vista anche per chi vuole tornare a guidare dopo anni trascorsi lontano dalle strade. Il Decreto Infrastrutture ora stabilisce che le persone con patente scaduta da più di cinque anni debbano sostenere anche un “esperimento di guida” dopo la visita medica. Si tratta quindi di sottoporsi a un mini esame di guida che prevede “almeno una delle manovre e almeno tre dei comportamenti di guida nel traffico” normalmente richiesti per conseguire il documento di guida.