Se ne sente parlare da giorni e viene indicata come uno step fondamentale nella lunga battaglia che l’umanità intera sta conducendo contro il Coronavirus: si tratta della cosiddetta patente di immunità, ovvero un meccanismo scientificamente approvato che fornisca certezze sulla contagiosità di ogni singolo individuo. Qualora si trovasse con assoluta certezza il modo di rendere tale procedura estremamente affidabile, ecco che allora il raggiungimento dell’agognata fase 2, alla quale l’Italia ambisce da giorni per provare a riattivare il motore economico e sociale del Paese, messo in stand-by da molte settimane, non sarebbe più un obiettivo da confinare nel novero dei desiderata irrealizzabili. Come fare, dunque? La risposta coincide con i test sierologici, tesi alla ricerca della presenza di anticorpi specifici nei campioni ematici analizzati, ai quali va poi abbinato il tradizionale tampone. Facile a dirsi, meno semplice a farsi, dal momento che non sarebbero ancora stati individuati test sierologici attendibili e in grado di fornire sicurezze incontrovertibili sulla positività o meno dei pazienti.



PATENTE DI IMMUNITÀ DA CORONAVIRUS: COME OTTENERLA

Riprendendo il discorso interrotto al termine del paragrafo antecedente, va da sé che, se l’esito dei test risultasse impreciso o inducesse comunque il personale medico incaricato di analizzarli all’errore, si potrebbe assistere a un nuovo incremento di contagi e, di conseguenza, dei casi di positività al Covid-19. In ogni caso, il funzionamento dei test sierologici è di per sé abbastanza intuitivo; è sufficiente infatti un prelievo del sangue per comprendere se il soggetto preso in esame sia stato colpito o meno dal Coronavirus. A quel punto, si aprirebbero due scenari, con epiloghi inevitabilmente diversi: se gli esiti del tampone coincidessero con un risultato negativo, per la persona scatterebbe automaticamente il conseguimento della patente di immunità, poiché non costituirebbe un pericolo per gli altri, avendo già contratto il virus. Di conseguenza, potrebbe riappropriarsi della sua quotidianità, pur con le dovute precauzioni, e tornare tranquillamente al posto di lavoro. Invece, se non vi fosse traccia di anticorpi nel sangue, la patente di immunità non verrebbe conseguita.

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