Prende sempre più piede l’idea di una patente vaccinale, ovvero, di una sorta di documento che certifichi che la persona in questione abbia ricevuto o meno il vaccino anti covid, indipendentemente che sia Pfizer-BioNTech, Moderna, o quelli che arriveranno come AstraZeneca, Johnson e Johnson e via discorrendo. L’idea sta iniziando a circolare con forza in questi ultimi giorni, ed andrebbe di fatto a “scavalcare” la questione dell’obbligo, che nessun governo, a cominciare da quello italiano, ha intenzione di introdurre. Della patente vaccinale ne ha parlato ad esempio ieri il commissario straordinario per l’emergenza covid, Domenico Arcuri, che attraverso apposita conferenza stampa ha spiegato: “Penso che il patentino vaccinale non sia una cattiva idea, aspetto che venga presa una decisione definitiva al riguardo”.



Il primo a lanciare l’idea, o meglio, ad annunciare l’introduzione della patente vaccinale, era stato settimana scorsa il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che in una consueta diretta Facebook del venerdì aveva spiegato: “La Campania darà una card di avvenuta certificazione a tutti i cittadini vaccinati dopo il richiamo. Sul retro c’è un chip – aveva aggiunto – ci auguriamo che tra qualche mese i cittadini la possano esibire per andare a cinema, al ristorante con più tranquillità avendo la certificazione che sono stati vaccinati. Sarà una tessera di avvenuta vaccinazione che sarà consegnata a tutti i nostri cittadini dopo il richiamo. Servirà a dare una certificazione a tutti coloro che avranno fatto il vaccino”.



PATENTE VACCINALE IN ARRIVO? PIACE IN PARTICOLARE AL SETTORE TURISMO

Nella giornata di ieri è stata invece la presidente di Federturismo-Confindustria, Marina Lalli, a chiedere l’intervento della patente vaccinale di modo che si possa dare una ripresa al suo settore, quello del turismo, letteralmente falcidiato nel 2020 e in questo inizio di 2021 dal covid: “Auspichiamo una rapida accelerazione della campagna di vaccinazione – le sue parole riportate in data 14 gennaio da IlSole24Ore.it – e la realizzazione di un documento che permetta di potere iniziare a viaggiare possibilmente con la stipula di accordi governativi o mediati dalla Ue”, una tesi tra l’altro sposata anche all’estero, come ad esempio dal premier greco Kyriakos Mitsotakis, che ha scritto una lettera a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, chiedendo di “raggiungere una intesa tra gli Stati per un certificato standard che contribuisca a ristabilire la mobilità su scala globale, fondamentale per riportare l’attività economica ai livelli pre-crisi. Per paesi come la Grecia che dipendono dal turismo è imperativo che questa questione sia risolta prima dell’estate”.

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