Dopo la nascita di un figlio cambia anche il corpo degli uomini, non solo quello delle donne. E’ questo il risultato di un interessante studio sulla paternità portato avanti da Anna Machin, è spiegato dalla stessa attraverso le colonne del New York Times: “Come antropologa che studia la paternità umana all’Università di Oxford, mi sono imbattuta in una convinzione diffusa e profondamente radicata tra i padri: che poiché i loro corpi non hanno subìto la miriade di cambiamenti biologici associati alla gravidanza, alla nascita e all’allattamento al seno, non sono così biologicamente e psicologicamente “preparati” alla custodia dei figli come lo sono le donne”. Anna Machin sostiene: “Come dettano le mie esperienze personali e professionali, è improbabile l’idea che i padri siano biologicamente “meno preparati” per la genitorialità. Gran parte del ruolo dei genitori non è istintivo per nessuno”.
Se il cambiamento nel corpo di una donna dopo la maternità è oggetto da anni di studi e ricerche, del resto si tratta di modifiche biologiche facilmente intuibili, da dieci anni la scienza sta indagando anche quanto accade dopo la paternità, e quanto si legge sul NYT è decisamente interessante: anche i padri, così come le neo madri, subiscono cambiamenti ormonali e cerebrali, di conseguenza, come scrive l’Huffington Post “Essere un papà è un fenomeno biologico quanto essere una mamma”. Fra le scoperte emerse, il fatto che il grado di testosterone cali durante la paternità, così come emerso da uno studio effettuato dall’antropologo americano Lee Gettler su 465 neo genitori uomini. “Questa riduzione del testosterone – spiega ancora Anna Machin – può verificarsi appena prima e subito dopo la nascita del primo figlio di un uomo. E sebbene non sia chiaro esattamente cosa provochi questo calo, il dottor Gettler ha affermato che i suoi risultati preliminari suggeriscono che più il calo è forte, maggiore è l’effetto che sembra avere sul comportamento di cura di un uomo”.
LA PATERNITA’ CAMBIA IL CORPO DEGLI UOMINI: “IL CERVELLO DOPO 12-16 SETTIMANE DALLA NASCITA…”
Un calo che è legato alla crescita del sentimento di cura e protezione nei confronti del figlio e della famiglia. Anche il cervello sembra risentirne in qualche modo della paternità: sempre attraverso una ricerca si è scoperto che alcune aree legate all’attaccamento, alla cura, all’empatia e alla capacità di interpretare e reagire in modo appropriato al comportamento di un bambino, mostravano più materia grigia fra le 12 e le 16 settimane dopo la nascita rispetto a quanto evidenziato dopo 2-4 settimane dal nuovo arrivo.
“Questo ingombro del cervello – commenta Machin – rifletta un aumento delle abilità associate alla genitorialità, come nutrire e comprendere i bisogni del bambino. In particolare, poiché gli uomini non sperimentano i picchi ormonali che accompagnano la gravidanza e il parto, imparare a legare emotivamente con i propri bambini può essere una parte particolarmente importante per diventare padre”. L’antropologa spiega che sono ancora molti gli studi e le ricerche da svolgere “Ma mi sento di dire ai neo-padri – conclude – che l’evoluzione li ha preparati a diventare genitori proprio come ha preparato le donne”.