Patrick Zaki rimarrà in carcere in Egitto fino al 28 settembre. Si tratta della data di aggiornamento del processo allo studente egiziano dell’università di Bologna. Oggi infatti c’è stata la prima udienza del procedimento che si svolge a Misurata, durata soltanto cinque minuti: secondo quanto riferito dall’Ansa, l’annuncio è stato dato da un poliziotto. “Non ho commesso alcun reato”, ha dichiarato Zaki, detenuto con l’accusa di istigazione al terrorismo.
“La decisione del giudice del tribunale di Mansura di aggiornare al 28 settembre quella che risulta essere stata un’udienza lampo è comunque una notizia che evita lo scenario peggiore, quella di una sentenza emessa dopo la prima udienza”, ha commentato all’agenzia di stampa italiana Amnesty International tramite il portavoce Riccardo Noury.
PATRICK ZAKI, AMNESTY: “VALUTARE RELAZIONE ITALIA-EGITTO”
A proposito del caso di Patrick Zaki, in carcere in Egitto e sotto processo, Noury era intervenuto questa mattina a Omnibus La7: “L’attenzione delle istituzioni italiane sul caso di Patrick Zaki deve raddoppiare dato che è un nostro cittadino. Il tribunale che giudica lo studente è di quelli di emergenza, per cui la condanna non sarebbe appellabile. L’unica possibilità di ricorso è un provvedimento di clemenza da parte di Al-Sisi. Serve un negoziato tra i due governi”.
Riccardo Noury aveva aggiunto: “L’accusa sta puntando su un articolo scritto da Zaki nel 2019 in cui lui difende la minoranza copta. Per continuare ad avere relazioni con l’Egitto bisognerebbe, prima, capire la qualità di questo tipo di rapporto: è legato solo alle armi senza poter esprimere alcuna critica perché il paese è un partner solo commerciale e militare? Al-Sisi viola continuamente i diritti umani. Tra l’altro, l’Unione europea è diventata un enorme mercato in cui gli stati fanno a gara a chi dà più armi all’Egitto”.