Per provare a imporre una patrimoniale ai ricchi in Europa, la sinistra arriva anche a mobilitare la Rete. Infatti, è stata lanciata la petizione “Tax the rich“, una raccolta firme condivisa da diverse personalità, dall’economista neomarxista Thomas Piketty al presidente del Partito socialista belga Paul Magnette, fino al coordinatore mondiale dell’Alleanza progressista Conny Reuter. Ci sono anche l’eurodeputata francese Aurore Lalucq, del gruppo socialista, l’ex commissario europeo Laszlo Andor, socialista e quindi Pse, e ong come Oxfam. Di fatto, è già sottoscritta da oltre 130 parlamentari europei.



Ufficialmente è una Iniziativa dei cittadini europei (ICE), istituto previsto dal Trattato di Lisbona in base a cui i cittadini, se riescono a raccogliere un milione di firme da almeno sette Stati membri, possono chiedere alla Commissione europea di proporre o modificare un atto giuridico europeo. In questo caso, si tratta di proporre una patrimoniale ai ricchi «per finanziare la transizione climatica e sociale e aiutare i paesi vittima di deregolamentazione climatica», scrivono i promotori della petizione. Dopo la proposta, c’è lo step della registrazione da parte della Commissione Ue, poi la raccolta di un milione di firme entro un anno dalla registrazione dell’iniziativa. Bruxelles l’ha registrata ufficialmente lo scorso 11 luglio.



PATRIMONIALE AI RICCHI, COME FUNZIONA SECONDO LA SINISTRA

La Commissione Ue è consapevole che se la petizione sulla patrimoniale sui ricchi otterrà le firme necessarie, dovrà reagire. Finora ha ricevuto 127 proposte e ne ha registra 102, di cui 8 trasformate in atti ufficiali, come il divieto di commercializzazione di pinne di squalo. Comunque, la petizione “Tax the rich” è già nei programmi politici di molti partiti di sinistra europei, tra cui il Pd di Elly Schlein. Il messaggio dei promotori della tassa sulle grandi ricchezze potrebbe essere condiviso anche dall’ultrasinistra, visto che nella spiegazione degli obiettivi della petizione scrivono che «le disuguaglianze sono costantemente cresciute, al punto che oggi l’1% più ricco della popolazione mondiale possiede quasi la metà della ricchezza globale e quello stesso 1% emette anche più CO2 della metà più povera del pianeta». Invece, le politiche economiche e sociali europee hanno fallito.



Pertanto, «è urgente riorientare radicalmente l’Unione europea verso una transizione climatica giusta e democratica». Questo è possibile con una «imposta sulle grandi fortune», una patrimoniale ai ricchi, tramite una direttiva europea specifica. Il gettito «dovrebbe essere destinato ad una giusta transizione ecologica e sociale, alimentando le politiche dell’Unione e degli Stati membri dedicate a tale scopo». Nella proposta, però, non si parla di soglie e percentuali, perché il livello preciso della tassa patrimoniale sui ricchi dovrà essere deciso «collettivamente e democraticamente», quindi dall’Ue. Ma non mancano le ipotesi, come l’1,5% annuale sui patrimoni oltre i 50 milioni, anche se sarebbe un’élite molto ristretta. Quindi, la soglia potrebbe essere più bassa.