L’Europa ha bisogno di soldi anche a seguito dei finanziamenti per quei paesi caratterizzati da una galoppante crisi dovuta alla pandemia di covid 19, e così, all’interno del parlamento europeo, c’è chi rispolvera un vecchio tormentone che, proprio recentemente i partiti di sinistra hanno avanzato: Landini in testa e la raccolta firme della CGIL hanno generato amarezza e malcontento in una popolazione ormai sfinita.



Patrimoniale europea: un prelievo da 1500 miliardi in nome dell’Europa

Ma stavolta il prelievo forzoso si propone di farlo “in nome dell’Europa” che, dopo aver finanziato la pandemia con prestiti per centinaia di miliardi, contava di recuperarli sulla base delle proiezioni di crescita post pandemiche che non tenevano conto di uno scenario bellico.



E’ stata la commissione bilancio del parlamento di Strasburgo ad abbozzare uno schema che prevede di aumentare le tasse a tutti i cittadini dell’Unione: una tassa patrimoniale di solidarietà europea per finanziare il Next generation you,  il fondo stanziato in favore dei paesi danneggiati dalla pandemia. Tuttavia l’Europa, anche all’epoca, andò in guerra ad occhi chiusi, senza calcolare effettivamente in che modo sarebbero rientrati quei soldi ma di sicuro, se ne sarebbe parlato dopo il 2026. Eppure la guerra in Ucraina e la crisi energetica, mettono fretta a Bruxelles se qualcuno ha proposto di finanziare il piano di sostegno da oltre 2000 miliardi con un provvedimento, quello della patrimoniale europea, che andrebbe a toccare lo 0,3 % dei patrimoni tra case, titoli e conti correnti, in una fascia che comprende il 4,8% dei cittadini europei in grado di generare un gettito di oltre 1500 miliardi.



Patrimoniale europea: cosa farebbe Draghi se glielo chiedesse l’Europa?

L’idea di una patrimoniale europea è solo embrionale, anche perché la strada sarebbe lunghissima: la proposta deve essere approvata a livello europeo o da tutti i singoli stati membri all’unanimità, in quanto, dal punto di vista giuridico, l’unione non può mettere tasse. Ogni paese decide per sé quante e quali imposte chiedere ai suoi cittadini, e l’Italia, a dire il vero, ha già escluso una tassa sul patrimonio dal momento che Draghi, nella presentazione del DEF all’articolo 10, ha chiarito che non avrebbe aumentato le tasse o almeno, non ancora. Ma è pur vero che il Consiglio Europeo può aggirare l’ostacolo imponendo tasse diverse da quelle già presenti negli ordinamenti nazionali.

Per ora l’ipotesi patrimoniale europea è lontana, ma come reagirebbe Draghi se fosse l’Europa, e non Landini, a chiedere di aumentare le tasse?