ORBAN LANCIA IL NUOVO PARTITO DI DESTRA IN PARLAMENTO UE: IL PATTO CON L’FPO AUSTRIACO E I CECHI DI ANO

Il prossimo 16 luglio 2024 con l’insediarsi del nuovo Parlamento Ue dopo le Elezioni Europee 2024 sarà presente un nuovo gruppo politico di destra formatosi questa mattina grazie al lavoro diplomatico del Premier ungherese Viktor Orban: “Patrioti per l’Europa”, questo il nome depositato all’interno del “Manifesto patriottico” siglato la mattina di domenica 30 giugno 2024 a Vienna dal leader di Fidesz (ex PPE) Orban, dal n.1 dell’FPO austriaco (fino ad oggi in Identità e Democrazia) Herbert Kickl e il fondatore del partito populista ceco ANO, l’ex Premier Andreij Babis.



«Il cambiamento politico in Europa è iniziato! Oggi abbiamo lanciato un nuovo gruppo politico con Andrej Babis e Herbert Kickl», scrive su X il Premier di Budapest, sottolineando come i cittadini europei con il voto dell’8-9 giugno scorso hanno voluto tre questioni principali come pace, ordine e sviluppo. «Tutto ciò che ottengono dall’attuale élite di Bruxelles è invece guerra, immigrazione e stagnazione», denuncia Orban nel presentare il Manifesto patriottico. «In questa situazione», conclude su sull’ex Twitter il Presidente ungherese, «è nostro dovere far valere la volontà degli elettori. Tre partiti politici hanno unito le forze oggi: il partito austriaco più forte, il partito ceco più forte e il partito ungherese più forte. Il nostro obiettivo è diventare il gruppo di destra più forte nella politica europea».



COME CAMBIA IL PARLAMENTO UE ORA: CALA ID MA LA LEGA NON CHIUDE AL NUOVO PARTITO DI ORBAN

Fin da prima del voto delle Europee, Orban aveva richiamato l’intero Centrodestra europeo a formare un unico movimento in grado di contrastare le politiche europeiste di sinistra della Commissione Uscente: dal PPE (non allineato con Von der Leyen) fino all’ECR di Meloni, passando per l’ID di Le Pen e Salvini e finendo con gli altri partiti nazionali che avrebbero potuto aderire. Il progetto è svanito ma l’elettorato ha comunque dato segnale importante di come sia il Centrodestra e non il centro-sinistra l’orizzonte politico in cui muoversi per la nuova Ue.



Le trattative per i “Top Jobs”, con nuovamente la spartizione delle cariche tra liberali, socialisti e popolari nuovamente – e con l’esclusione dei Conservatori di Meloni – aveva fatto saltare in piedi Orban gridando al tradimento del voto e dei cittadini europei: le trattative di questi ultimi giorni hanno così portato alla formazione del nuovo gruppo di destra denominato “Patrioti per l’Europa” in grado di rappresentare un’azione sempre più legata alla nuova destra europea, provando a modificare gli assetti alla vigilia della prima plenaria del nuovo Europarlamento. In termini di regolamento, per costituire un nuovo gruppo politico al Parlamento Ue sono necessari almeno 23 eletti appartenenti ad almeno sette Paesi, con termine ultimo il 4 luglio 2024 per la presentazione dei nuovi gruppi costituiti in vista della seduta del 16 luglio.

Ad oggi i “Patrioti per l’Europa” possono contare sui 6 seggi di FPÖ (Austria), staccatisi da ID; 7 seggi da Babis con il movimento ANO (Repubblica Ceca); 10 seggi di Fidesz (Ungheria), il partito di Orban cacciato anni fa dal Partito Popolare Europeo. Gli assetti nel prossimo Parlamento Ue a questo punto cambierebbero notevolmente in quanto Identità e Democrazia cala, dopo la già cacciata AFD, da 58 eletti a 52, superati dai Verdi (G/EFA) che divengono così il quinto partito per numeri in Europa: le recenti trattative però a Roma con Giorgia Meloni e la non chiusura della Lega al progetto di Orban fanno presagire come qualcosa potrà ancora avvenire nei prossimi giorni con la destra intenta a reagire politicamente allo “sgarbo” di PPE-S&D-Renew nella spartizione dei “Top Jobs” Ue. Il vicepremier e leader della Lega, dopo il lancio di Patrioti per l’Europa, commenta di voler «allargare il più possibile il perimetro di un gruppo forte, patriottico, coeso e contrario a inciuci. Valutiamo molto favorevolmente le parole di altri leader che oggi si sono detti disponibili». Il nuovo “risiko” insomma è appena cominciato.