Patrizia Carrano tra carriera e vita privata ai microfoni di Oggi è un altro giorno. La scrittrice ha esordito parlando del suo legame con Catherine Spaak, scomparsa due giorni fa: “È stata una donna di grande libertà, molto maltrattata alla sua epoca per la sua vita privata. Lei aveva avuto una bambina da giovanissima e le venne tolta perchè faceva l’attrice. Una cosa che avrebbe dovuto produrre una sollevazione femminile. Lei è stata una pioniera di una certa autonomia anche sentimentale del vivere. Io ho raccolto spesso le sue confidenze, non eravamo amiche ma avevamo dei rapporti amichevoli. Lei ha attuato una specie di rimozione del suo dolore. Quando lei ebbe il figlio da Dorelli, non potè riconoscere quel bambino perchè era sposata. Lei, come le donne libere, è stata molto bastonata”.



Patrizia Carrano ha presentato il suo ultimo libro, “La bambina che mangiava i comunisti”, e ha parlato della sua vita privata, dall’ex marito Carlo a Nanni Loy: “Io perdono sempre, preferisco far prevalere l’affettività. Ero innamorata del mio ex marito, ma vivevo da sola. Mi sposai a 17 anni. Nanni Loy? Andai a intervistarlo e una cosa tira l’altro, abbiamo vissuto insieme dieci anni”. (Aggiornamento di MB)



Patrizia Carrano, la carriera e l’unione con Nanni Loy

Patrizia Carrano è una scrittrice ma anche una delle più apprezzate sceneggiatrici della fiction televisiva italiana. Ha trascorso l’infanzia a Venezia senza andare a scuola. Quando i suoi genitori, rapidamente separati, si sono trasferiti a Roma, ha sostenuto l’esame di ammissione alla prima media. A 17 anni ha deciso di lasciare il liceo per sposarsi. Qualche tempo dopo la sua separazione si è unita a Nanni Loy, con cui ha vissuto un decennio. Come autrice ha debuttato nel 1977 con la Guaraldi Editore, con Malafemmina, un saggio sulla donna nel cinema italiano, con prefazione di Giovanni Grazzini, allora presidente del Sindacato critici cinematografici italiani. Nel 1978, sempre per Guaraldi, ha firmato Le signore grandi firme: dieci interviste alle più note giornaliste italiane, da Natalia Aspesi a Oriana Fallaci, a Miriam Mafai, tentando di delineare la presenza e il ruolo allora molto esiguo delle donne nella stampa.

Abbandona poi i temi della condizione femminile che avevano fino ad allora contrassegnato il suo lavoro di autrice e di giornalista scrive L’ostacolo dei sogni, un romanzo che ha per protagonista un cavallo realmente esistito: l’irlandese Frothblower, ribattezzato in Italia Osoppo che, nel maggio del ’38 montato dal capitano Antonio Gutierrez conquistò il record mondiale di elevazione saltando a piazza di Siena 2 metri e 44 centimetri. Per Raiuno ha scritto fiction di successo tra cui Assunta Spina, Rebecca, ambedue con la regia di Riccardo Milani, e la serie Butta la luna, 8 puntate dirette da Vittorio Sindoni.

Patrizia Carrano e il dramma dell’infanzia: “I miei litigavano spesso e…”

In un’intervista ad Affari Italiani, la scrittrice Patrizia Carrano aveva parlato della sua passione per la scrittura. Patrizia aveva rivelato che le parole rappresentano per lei una necessità: “Diciamo che è una necessità, diventata un mestiere. A 15 anni ho scritto il mio primo romanzo, ambientato in Messico! Poi sono diventata, lavorando a “Noi donne”, con la direzione di Miriam Mafai, la più giovane pubblicista del Lazio, e 45 anni fa ho debuttato nel mondo editoriale. E non ho intenzione di smettere”. Nessuno dei suoi romanzi però ha preso la strada del piccolo schermo anche se spera di trasformare la sua ultima fatica letteraria “La bambina che mangiava i comunisti in un film”: “Nessuno dei miei  molti romanzi ha preso la strada del piccolo schermo. Neanche quelli in cui i protagonisti vivevano avventure molto più scatenate di quelle – soprattutto interiori – che toccano ala piccola Elisabetta. Forse si potrebbe pensare a un piccolo film. Un regista italiano che trovo bravissimo è Leonardo Di Costanzo, che ha recentemente diretto “Aria Ferma” con Toni Servillo e Silvio Orlando”, ha svelato.

In merito alla sua infanzia, la scrittrice Patrizia Carrano ha raccontato: “Sono figlia unica, i miei litigavano spesso e, non so bene per quale motivo, non sono mai stata mandata a scuola. Dunque mi è mancata la compagnia degli altri bambini. Quella degli adulti non era un granché: la ricordo sbadata e anaffettiva. Abitavamo a Venezia, e di quella meravigliosa città rammento l’umido, gli slarghi dei campi, il silenzio. Venezia è stato un meraviglioso teatro di una infanzia dolorosa”. La scrittrice sarà ospite da Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno”.