La famiglia di Patrizia Nettis non ha mai creduto al suicidio e continua a sperare di avere una risposta alle richieste di autopsia depositate e ancora senza esito. L’avvocato Giuseppe Castellaneta, legale che assiste i parenti della giornalista trovata morta in casa a Fasano (Brindisi) il 29 giugno scorso, ha ribadito a Quarto Grado di non aver mai avuto un riscontro alle istanze di esame autoptico già presentate nei mesi scorsi. Un passaggio necessario e cruciale, per i familiari, al fine di chiarire tutti i contorni del decesso apparso fin da subito misterioso e denso di interrogativi.



Secondo la madre di Patrizia Nettis, quella del gesto estremo è soltanto un’ipotesi remota da inquadrare nel contesto di una presunta istigazione al suicidio: “Se è un gesto fatto da lei, è sicuramente stata indotta altrimenti non si spiegherebbe. Lo metto come ultima analisi, se viene fuori che è stato fatto da lei è stata indotta. Sono più propensa a credere che sia stata uccisa e che non sia un gesto fatto da lei“.



L’avvocato della famiglia di Patrizia Nettis: “Nostre richieste di riesumazione e autopsia ancora senza risposta”

Nel giallo di Patrizia Nettis appare centrale la presenza di due uomini, un politico e un imprenditore (quest’ultimo indagato per istigazione al suicidio), con i quali, in tempi differenti, avrebbe avuto un legame. Al centro del mistero anche le chat tra i due nelle ore in cui si sarebbe consumato il dramma della giornalista, nelle quali si rileverebbe un fitto scambio di messaggi dal tenore offensivo e violento nei confronti della donna. “Ora ha finito di campare. Farò di tutto per infangarla e so già come muovermi. Io non sono un tipo vendicativo, anzi. Ma stavolta avrà una punizione esemplare“. Il mittente sarebbe l’imprenditore e il destinatario sarebbe il secondo uomo interessato a Patrizia Nettis, un politico il cui nome non sarebbe stato mai iscritto nel registro degli indagati.



L’avvocato Castellaneta ha parlato di contenuti che evidenzierebbero una “violenza di natura psicologica molto importante ai danni di Patrizia Nettis: “La domanda che noi ci eravamo posti è ‘quanto di quella violenza verbale si sia riverberato su Patrizia’. Adesso lo sappiamo perché abbiamo la prova che l’indagato aveva chattato, quasi nello stesso periodo di tempo, con Patrizia riservando anche a lei delle frasi forti. Il numero di messaggi cancellati dall’uomo è davvero molto elevato, almeno una ventina“. Il legale della famiglia ha sottolineato di non aver avuto alcuna risposta alle reiterate istanze di riesumazione e autopsia. Ad oggi, il corpo di Patrizia Nettis non è stato ancora sottoposto ad accertamenti medico legali che potrebbero rivelarsi decisivi per risolvere il giallo.