Alcuni messaggi segreti potrebbero aiutare a risolvere il giallo relativo alla morte della giornalista Patrizia Nettis? Se lo chiede Quarto Grado, che ha mostrato anche le ultime immagini della donna in vita. Si tratta delle riprese di una telecamera di videosorveglianza di un b&b di Fasano: nelle immagini c’è la donna con un imprenditore locale, un uomo che frequentava saltuariamente da un anno. Dodici ore dopo, la mattina del 29 giugno 2023, è stata trovata impiccata nel suo appartamento che dista solo 30 metri di distanza, con addosso gli stessi vestiti.



Stando a quanto ricostruito dal programma, Patrizia Nettis ha riferito all’imprenditore che doveva incontrare l’ex marito e il figlio, ma lui non si è fidato e si è appostato dietro un arco. La telecamera lo ha ripreso con un telefonino in mano, dieci minuti dopo viene ripreso un secondo uomo, il politico sposato che da almeno due anni ha una storia con Patrizia Nettis.



I due si sono incontrati e parlati fuori dall’obiettivo della telecamera, vogliono una spiegazione dalla donna, che viene ripresa mentre si avvia verso la piazza dove li aspetta il politico per un confronto che sarebbe stato teso e si sarebbe concluso con il ritorno a casa dei tre soggetti, ma in realtà non ci sono immagini che testimoniano ciò.

PATRIZIA NETTIS, LE LACUNE NELLE INDAGINI

Di certo ci sono i messaggi tra l’imprenditore e il politico, in cui insultano e minaccia Patrizia Nettis. Per questi messaggi il primo, che ne aveva cancellato una parte, è stato indagato per stalking, posizione che poi la procura ha chiesto di archiviare.



Quarto Grado ha evidenziato nella sua ultima puntata le lacune nelle indagini: non sono stati effettuati esami autoptici e tossicologici, inoltre l’appartamento della giornalista non è stato posto sotto sequestro, non è stato analizzato neppure il lenzuolo con cui si sarebbe impiccata. Inoltre, non c’è stata neppure la riesumazione del cadavere, richiesta anche questa dalla famiglia.

IL COMMENTO DEL GENERALE GAROFANO

Obiettivamente avrebbe dato degli elementi nuovi per soddisfare anche i dubbi della famiglia, ma i poteri del pm si sono ridotti con la riforma Cartabia, devono esserci forti indizi o sospetti che possano consentire nel processo di sostenere l’accusa, altrimenti ha quasi l’obbligo di archiviare. Resta però il dubbio e lo sconcerto della famiglia che vuole capire cos’è successo“, ha commentato il generale Luciano Garofano, ex capo dei Ris.