Patrizia Reggiani, ex moglie di Maurizio Gucci, ha ripercorso la sua storia con Maurizio Gucci ai microfoni di “Quarto Grado”, trasmissione di Rete 4 condotta da Gianluigi Nuzzi. Queste sono state le sue parole: “Conobbi Maurizio il 23 novembre 1970, abitava dove viveva un mio amico. Entrambi andammo a una festa in via dei Giardini: personalmente avevo appena scagliato il mio anello di fidanzamento contro la persona con cui stavo. Quella sera, vedevo che Maurizio mi puntava… Io ero vestita tutta di rosso, con il collant rosso, le scarpine rosse. Lui, però, rifiutò di ballare con me, poi scoprii il perché: aveva i piedi pieni d’acqua, perché quella sera pioveva e quindi non poteva danzare”.



A un certo punto, Gucci disse a Patrizia Reggiani che si era innamorato di lei e, dopo un periodo di fidanzamento, il 28 ottobre 1972 ci fu il matrimonio presso la chiesa del San Sepolcro a Milano. Il padre di Maurizio non era presente al “sì”, in quanto riteneva la futura moglie di suo figlio “un’avventuriera”. Lei accolse con amarezza quell’assenza, ma come madre ha ammesso di essere stata svagata: “Dimenticavo le mie figlie nella boutique, poi me ne accorgevo perché dicevo: ‘Mah, mi manca qualcosa…'”.



PATRIZIA REGGIANI: “ERO NEL MIO LETTO QUANDO UCCISERO MAURIZIO GUCCI”

Dopo alcuni anni di matrimonio, ha narrato a “Quarto Grado” Patrizia Reggiani, “Maurizio ebbe uno sballamento di pensiero, di testa”. Fu così che, all’inizio degli anni Novanta, preso dagli affari, l’uomo si allontanò da lei e ci fu una costosissima separazione. Tuttavia, la Reggiani covava gelosia e rabbia e si confidò con Pina Auriemma, che divenne la sua inseparabile consigliera. Nel frattempo, Maurizio aveva una nuova compagna, Paola Franchi, ma Patrizia non accettava che l’ex marito vivesse senza di lei: “Quanto è stato travolgente l’amore, tanto è stato l’odio dopo”.



Così, Patrizia Reggiani arrivò a pianificare l’omicidio di Maurizio, che il 27 marzo 1995 uscì di casa e si diresse nell’ufficio di via Palestro, dove trovò un killer che lo uccise a colpi di pistola: “Io ero a letto, perché la mia tata sapeva che mi alzavo tardi e quindi mi chiamò verso le 10 dicendomi di accendere la televisione. Capii che era morto Maurizio”. Per due anni le indagini delle forze dell’ordine non produssero risultati utili, fino a quando, l’8 gennaio 1997, Filippo Ninni, ex dirigente Criminalpol ricevette una telefonata: era un uomo che gli diede alcune informazioni utili sull’uccisione di Maurizio Gucci e che aprì, di fatto, la strada per arrivare alla verità.