Ha lottato strenuamente contro un cancro al seno triplo negativo, il tipo di tumore mammario più aggressivo perché insensibile alle terapie ormonali, ma non ce l’ha fatta. Questa è la storia di Patrizia Revelli, una giovane farmacista piemontese profondamente devota alla Madonna, tanto che ha offerto le sue sofferenze per la conversione del fidanzato Diego Barbero. Sull’ultimo numero di “Maria con te” viene ricordata dal postulatole nella causa di beatificazione. Nata prematura, ad un anno circa dalla morte del fratellino durante il parto e una seconda gravidanza interrottasi prematuramente al terzo mese, è rimasta a lungo ricoverata a causa di una grave insufficienza respiratoria. Fin dai 3 anni era solita mettersi in disparte a pregare e recitare il Santo Rosario, rimasta la “stella cometa” della sua vita spirituale.
«Altra leva decisiva è stata la vita di parrocchia. Qui si fa più profondo l’amore per Dio e per la Vergine Maria che Patrizia alimenta con i periodici pellegrinaggi a Lourdes con l’Unitalsi e con le visite quasi quotidiane al Santuario della Madonna del Buon Consiglio», racconta il postulatore. Proprio la chiesa di riferimento è stato il luogo dove sono stati celebrati i funerali di Patrizia Revelli. Quando vi si recava, partecipava alla messa e poi, dopo aver acceso una candela alla Madonna, pregava davanti quadro della Madonna del Buon Consiglio. Una volta terminate le suppliche alla Madonna, avvertiva il fidanzato Diego che andava a salutare Gesù, quindi si spostava dall’altra parte del santuario per inginocchiarsi e restare in silenzio a pregare per qualche minuto.
“SAPEVA CHE NON C’ERANO CURE EFFICACI”
Dovette interrompere gli studi a due esami dalla laurea in farmacia per assistere i genitori anziani e malati, aiutandoli anche nella gestione dell’azienda familiare. Il fidanzato, comunque, aveva una visione del tutto diversa della fede, infatti queste posizioni diverse erano motivo di contrasti tra i due. «Quando ha capito che Patrizia era la donna della sua vita la assecondava, ma di tanto in tanto sbottava. L’obiezione che spesso le rivolgeva, specie quando il sabato sera preferiva andare all’Adorazione eucaristica mentre lui aspettava paziente fuori dalla chiesa, era la seguente: “Tu ami più il Signore di me”», aggiunge il postulatole a “Maria con te”. Patrizia Revelli, quindi, provava a spiegargli «abbandono alla volontà di Dio e allo stesso tempo l’amore profondo per lui», anche durante la malattia, scoperta nel 2014, dopo che aveva ripreso gli studi universitari per completarli. «Per le sue competenze in campo medico e farmacologico, è consapevole che per il tipo di cancro che l’ha colpita non esistono cure efficaci».
LE SUPPLICHE PER LA CONVERSIONE DEL FIDANZATO
Fuori dall’ospedale crollò in un pianto inconsolabile tra le braccia del fidanzato, poi si rifugiò nella preghiera, senza che la malattia riuscisse a far vacillare la sua fede. «Anzi chiede a Dio di aiutarla a portare il peso di questa croce e a essere in quel dolore un lucernario per gli altri. Si affida alla Madonna del Buon Consiglio e offre la sua malattia e le sue sofferenze per la conversione di Diego. Il suo chiodo fisso. Spera che il cuore del suo amato incontri Dio». E lo ricordava in tutte le sue suppliche. Nel 2015 il pellegrinaggio a Medjugorje, un modo per salutare la Vergine Maria, ma anche per ringraziarla. Prima di tornare a casa Patrizia Revelli scrisse un biglietto: «Non ho più paura di morire». A causa della sua malattia, non riuscì a presenziare alla seduta di laurea, titolo che le è stato comunque assegnato con 110 e lode grazie alla tesi sulle malattie tumorali di cui lei stessa era affetta. Morì in ospedale tre giorni dopo. Nel 2016 è nata un’associazione a lei intitolata, e di cui il fidanzato è il presidente, che sostiene la ricerca oncologica.