Patrizio Rispo, noto attore napoletano divenuto famosissimo con Un Poste al Sole, ospite quest’oggi negli studi di Weekly: “Io ormai sono anche Raffaele – riferendosi al suo ruolo nella fiction Rai – io ormai sono bipolare. Io lavoro 8/10 ore al giorno come Raffaele, per strada mi chiede di essere Raffaele, mia moglie preferisce Raffaele quindi…”.
E ancora: “Noi dobbiamo ringraziare la capacità della Rai di fare formazione, oggi è molto più difficile se sbagli le prime due puntate ti tagliano, invece noi abbiamo avuto modo di capire come fare un nuovo prodotto, nessuno sapeva dove andava imparare, noi stavamo 24 ore assieme, era una soap ma qualcosa di diverso rispetto a quelle sudamericane, siamo andati sul civile, il social, la commedia, ma ci abbiamo messo gli orari, spostando gli orari e impadronendoci della rete”. Patrizio Rispo ha proseguito: “Devo dire che noi di Un posto al sole ci siamo conservati bene, noi siamo cambiati come attori ma anche come uomini, la gente ci ha visto crescere e cambiare, ciò che cambiava nella vita aveva un ritorno anche nei personaggi”.
PATRIZIO RISPO: “ECCO PERCHE’ UN POSTO AL SOLE PIACE”
Patrizio Rispo ha poi raccontato i suoi primi approcci nel mondo del cinema: “Non fummo scelte ma come facce, eravamo tutti attori, ci conoscevamo bene avendo lavorato in teatro, potevamo dare un’impronta nella drammaturgia e sceneggiature, c’era poi una richiesta di professionalità altissima, noi giravamo 30 minuti al giorno contro i due o tre minuti del cinema”. Una delle grandi fan di Un posto al sole era Margherita Hack, ma come mai piace così tanto?: “La gente non si vive più molto, questo spaccato di mezz’ora che va al di là del palinsesto è la chiacchiera con i parenti, mettiamo sul tavolo le cose di attualità, diamo la possibilità di sollecitare un argomento, abbiamo fatto denunce sociali di ogni topo. In un Paese dove si legge poco noi facciamo informazione”.
Sul caffè, Patrizio Rispo ha spiegato: “Il caffè per i napoletani è un modo di non limitarci ai saluti, a metà mattinata abbiamo già 10/12 caffè, ecco perchè siamo così eccitati”. Sulle sue donne di casa: “La nonna, le zie e sorelle di mio nonno, mia mamma, sono frutto di un’educazione femminile, mi hanno insegnato ad amare la musica, il teatro, il vedere gli sceneggiati e lì è nato il fascino dei racconti”. E ancora: “Il mio primo grande amore è stata Virna Lisi”. Sul trucco per ottenere una grande carriera: “Io ho fatto 40 anni di teatro e mai avrei immaginato di fare successo con una soap, devi essere sempre attento, preparato e non smettere mai di studiare”. Sulla famiglia: “E’ un riferimento, ti dà la possibilità di risolvere i problemi. Io ho vissuto la sindrome di Caino, a due anni avevo un fratello, la famiglia è stato un laboratorio. Se riesci a risolvere le nevrosi fai l’artista se le subisci vai in analisi”. Sui figli: “E’ una lotta continua, devo elemosinare un bacio e un attenzione, sono due ragazzi meravigliosi e purtroppo hanno il talento artistico anche loro”. Infine, sulla sua grande passione per la cucina: “Ho anche un ristorante, io cucino come recito e mi annoio spesso, parto con il fare una ricetta poi il frigo mi suggerisce altro quindi altero la ricetta base”.